Everlasting Regret

Changhen Ge

Metafora melodrammatica e patinata sulle contraddizioni della Cina. Da Stanley Kwan in Concorso ci si aspettava di più

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CINA 2005
Sullo sfondo dei principali avvenimenti storici accaduti in Cina dalla fine degli anni '40 ai primi anni '80, il film narra la vita, il successo, le gioie e i dolori di Qiyao, una bella e famosa donna cinese che lotta per conservare la dignità del proprio passato dinanzi ai continui tradimenti e alle fughe degli uomini della sua vita. Con caparbietà e tenacia riuscirà ad affrontare ogni cambiamento fino a che ne verrà travolta.
SCHEDA FILM

Regia: Stanley Kwan

Attori: Sammi Cheng - Qiyao, Tony Leung Ka Fai - Signor Cheng, Daniel Wu - Ming, Hu Jun - Direttor Li, Huang Jue - Kela, Su Yan - Lili

Soggetto: Wang Anyi

Sceneggiatura: Elmond Yeung

Fotografia: Huang Lian

Musiche: Anthony Wong (II)

Montaggio: William Chang

Scenografia: William Chang

Costumi: William Chang

Altri titoli:

Canto dell'eterno rimpianto

Durata: 120

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: romanzo omonimo di Wang Anyi

Produzione: SHANGHAI FILM STUDIO

NOTE
- IN CONCORSO ALLA 62. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2005).
CRITICA
"Tocchi delicati, un'ambientazione precisa (di epoca in epoca), musiche a volte a suscitare emozioni forti attorno al personaggio. Interpretato con sensibilità dolorosa da Sammi Cheng, una diva tra le più note del cinema di Hong Kong." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 9 settembre 2005)

"Su 'Changhen Ge' del pluripremiato Stanley Kwan, che racconta la vita e gli amori di una seducente signora di Shanghai tra il '29 e l'81, non sapremmo dire altro se non che conferma l'alta qualità figurativa e l'ipnotica auto-referenzialità del cinema cinese/hongkonghese." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 9 settembre 2005)

"Lo avevano preannunciato come 'La meglio gioventù' cinese. (...) Pur interessante come punto di vista sulla Cina d'oggi sul proprio passato, il film è soprattutto un mélo d'amore irrealizzato che usa la Storia come tela di fondo, o poco più; non è per censura politica, quindi, se al Lido è arrivato accorciato di una decina di minuti. Qualche cine-bookmaker lo dava già per capolavoro: invece si è rivelato un buon film messo in scena dall'hongkonghese Stanley Kwan in chiave malinconico-nostalgica, con un'impaginazione corretta e un po' leccata." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 9 settembre 2005)

"Habemun il Leone d'oro, almeno secondo chi scrive. Si tratta del meraviglioso 'Everlasting Regret' del regista hongkonghese Stanley Kwan. Un film strepitoso che supera, financo, 'In the mood for love' di Wong Kar Way, a cui si rifà per la tematica e il genere: è infatti un mélo ambientato nella Shangai della trasformazione. Stanley Kwan, però, sembra l'originale di cui Kar-way è la copia. Nel senso che il suo film in nessun modo guarda all'uditorio occidentale. Per questo risulta difficile e ostico, ma immensamente bello." (Dario Zonta, 'L'Unità', 9 settembre 2005)

"Leone per il film più elegante e estenuante a 'Everlasting Regret' di Stanley Kwan, 2 ore che sembrano 6. (...) Se un film così squisito ma arduo (diversamente dai più furbi e accattivanti Zhang Yimou e Wong Kar-wai) è qui, forse è perché la Cina vuole ricostruire il mito sempreverde di Shangai, vera protagonista di 'Everlasting Regret'. A uso e consumo dei nuovi pubblici che l'industria del cinema va costruendosi del mondo, ma anche dei nuovi investitori e creatori di mode che proprio in questa città mille volte risorta dalle proprie ceneri potrebbero trovare un centro. Forse". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 settembre 2005)