ESSERE E AVERE

ETRE ET AVOIR

FRANCIA 2002
Anche in Francia, in alcune zone isolate, alle scuole elementari ci sono ancora esempi di "classi uniche", cioè di classi dove un solo maestro insegna contemporaneamente a bambini che frequentano dalla prima all'ultima classe del ciclo. Questo film racconta la vita di una di queste classi nella regione dell'Auvergne.
SCHEDA FILM

Regia: Nicolas Philibert

Attori: Georges Lopez - Il Maestro

Fotografia: Nicolas Philibert, Hugues Gemignani, Katell Djian, Laurent Didier

Musiche: Philippe Hersant

Montaggio: Nicolas Philibert

Altri titoli: TO BE AND TO HAVE

Durata: 104

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: MAIA FILMS - ARTE FRANCE CINEMA - CENTRE NATIONAL DE DOCUMENTATION PEDAGOGIQUE - CANAL+ - CENTRE NATIONAL DE LA CINEMATOGRAPHIE - GIMAGES 4 - LO STUDIO CANAL+ - LES FILMS D'ICI

Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE

Data uscita: 2003-02-07

CRITICA
"Come 'Ricomincia da oggi' di Tavernier, il film mette in scena le giornate scolastiche di un gruppo di bambini e del loro maestro: niente di più semplice, intenso e commovente che vedere le emozioni e le ribellioni dei piccoli, la loro curiosità e i loro stupori ai primi incontri con il sapere. Più che un documentario un pezzo di vita, che illustra bene la radicale differenza tra avere ed essere." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 maggio 2002) "Amato da quasi 2 milioni di spettatori in Francia, 'Essere e avere' di Nicholas Philibert è assai più che un documentario. E' una sonda ilaro-tragica gettata nel passato di tutti noi. Una collezione di fantasmi interiori cui i piccoli Jojo, Olivier, Julien, Nathalie, danno corpo con le loro gesta minime e gloriose. Una bambina persa in mezzo al grano, una lite fra compagni, una discesa sul bob, un compito che neanche mamma e papà sanno risolvere - ed eccoci travolti, rapiti, atterriti. Come il maestro al suo ultimo giorno, dopo 35 anni di insegnamento. Un film Zen, dal respiro quieto, con cui bisogna saper entrare in sintonia. Ma che regala una commozione profonda e durevole". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 febbraio 2002) "Coerentemente alla scelta di documentare un lavoro e la scuola, il film tace sulle possibili contraddizioni esterne. Delle famiglie si dice ben poco, come della scoperta di un ambiente, del privato dell'insegnante, ostinatamente censurato. Solo la scuola, nient'altro che la scuola. Un'ottima scuola tradizionale. Però (...) però siamo in Italia, dove le istituzioni solo allo sbando, il 'ceto pedagogico' è perlopiù penoso. Una scuola come questa può far dunque invidia, così come la società che la produce. Il film di Philibert non è granché, ma rinvia a un sistema che ci pare assai più sano e saldo del nostro". (Goffredo Fofi, 'Panorama', 20 febbraio 2003)