ESPRESSO BONGO

EXPRESSO BONGO

GRAN BRETAGNA 1959
Johnny Jakson è un piccolo impresario privo di scrupoli la cui esistenza ruota intorno a locali notturni di Soho e a piccoli artisti quasi tutti senza talento. Un giorno, per un colpo di fortuna, una sua amica ballerina, Maisie King gli presenta un giovane e talentuoso suonatore di bongo, Bert Rudge, idolo delle adolescenti. Johnny, fiutato l'affare, fa firmare all'inesperto musicista un contratto tutto a suo favore e con il suo nuovo roboante pseudonimo, Bongo Herbert, lo prepara a ottenere il meritato successo. La prima mossa di Johnny è quella di ottenere, con mezzi poco legali, che il direttore di un'industria discografica accetti di produrre un disco del suo pupillo per farlo poi apparire in uno show televisivo al fianco della famosa attrice americana Dixie Collins. Però Dixie, avendo intuito le potenzialità di Bongo, gli propone di andare in America per tentare di arrivare al successo e per riuscirci dimostra che alcune clausole del contratto redatto da Johnny sono illegali. All'impresario non resta che chinare il capo e continuare la ricerca dell'artista che lo renderà ricco.
SCHEDA FILM

Regia: Val Guest

Attori: Laurence Harvey - Johnny Jackson, Sylvia Syms - Maisie King, Yolande Donlan - Dixie Collins, Cliff Richard - Bert Rudge/Bongo Herbert, Meier Tzelniker - Mayer, Ambrosine Phillpotts - Lady Rosemary, Eric Pohlmann - Leon, Gilbert Harding - Se Stesso, Hermione Baddeley - Penelope, Reginald Beckwith - Reverendo Tobias Craven

Soggetto: Julian More, Wolf Mankowitz

Sceneggiatura: Wolf Mankowitz

Fotografia: John Wilcox

Musiche: Val Guest, Robert Farnon

Montaggio: Bill Lenny

Scenografia: Anthony Masters

Costumi: Beatrice Dawson

Durata: 120

Colore: B/N

Genere: MUSICALE COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM, DYALISCOPE

Tratto da: COMMEDIA DI JULIAN MORE E WOLF MANKOWITZ

Produzione: MGM, VAL GUEST PRODUCTIONS

Distribuzione: MGM

NOTE
- GLI ABITI DI YOLANDE DONLAN SONO DI PIERRE BALMAIN.
CRITICA
"La vicenda, priva di interesse, è resa ancor più insipida da una regia del tutto anonima, che non riesce a dare consistenza psicologica ai personaggi né credibilità alle loro azioni." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 49, 1961)