Ecco fatto

ITALIA 1998
Una storia d'amore e gelosia ambientata fra studenti. Due ventenni, amici per la pelle, sono ancora al liceo per la Maturità. Il più insicuro s'innamora di una ragazza slava più grande e già inserita nel lavoro. Vanno a vivere insieme. Ma nel ragazzo cresce il tarlo del sospetto di tradimento... L'happy-end è comunque assicurato.

TRAMA LUNGA
In una lavanderia, alcune persone in attesa cominciano a parlare di amore e gelosia. Dopo alcuni scambi di battute, Matteo racconta la propria storia. Lui e Piterone, amici ventenni, sono alunni in forte ritardo: alunni del terzo liceo con l'ammissione alla maturità a forte rischio. Matteo si innamora di Margherita, una ragazza slava più grande di lui, forte e volitiva. Margherita lo ricambia al punto da convincerlo di andare a vivere con lei. Sopportando le perplessità del padre, Matteo accetta e inizia un'esperienza che sembra bellissima. Lui però non riesce ad essere tranquillo: si sente inesperto e insicuro, ed è convinto che arriverà qualcuno più attraente ad interessare Margherita. Dall'insicurezza si passa alla gelosia, e così la scomparsa di un preservativo dall'armadietto del bagno gli conferma l'esistenza del tradimento. Le cose poi vanno male anche a scuola: o i due ragazzi trovano un modo per falsificare i registri oppure perderanno anche quest'anno scolastico. Ecco allora Matteo impegnato da una parte in pedinamenti alla ragazza, dall'altra in irruzioni notturne nella scuola. Tutto finisce male. Matteo fa una scenata a Margherita, che decide di lasciarlo. Il giorno dopo il preside convoca Piterone: la falsificazione dei registri è stata scoperta. Si torna al punto d'inizio. Matteo non ha risolto i suoi problemi: non è maturo per la scuola e nemmeno per una storia d'amore. E Piterone dice: "...la gelosia non esiste. Sono le circostanze e gli equivoci che la generano".
SCHEDA FILM

Regia: Gabriele Muccino

Attori: Giorgio Pasotti - Matteo, Barbora Bobulova - Margherita, Claudio Santamaria - Piterone, Ginevra Colonna - Floriana, Enrico Silvestrin - Paolo, Mauro Marino - Padre di Matteo, Stefano Abbati - Preside, Gigio Alberti - Gigio, Piero Natoli - Tassista, Blas Roca Rey - Prete, Anita Laurenzi - Prof.ssa Bonteschi, Luigia Aristodemo - Prof.ssa Matematica, Gisella Burinato - Prof.ssa Filosofia, Antonello Grimaldi - Prof. Fisica, Gianluca Arcopinto - Prof. Lettere, Pietro Bertone - Portiere, Ana Valeria Dini - Ragazza nella lavanderia, Vittorio Duse - Signore nella lavanderia, Federico Zanchini - Ragazzo nella lavanderia, Sabrina Scuccimarra - Donna nella lavanderia, Luca Zanchi - Innocente, Adele Ceraudo - Torturatrice, Paolo Gasparini - Sarto

Soggetto: Gabriele Muccino

Sceneggiatura: Andrea Garello, Gabriele Muccino, Nicola Alvau

Fotografia: Arnaldo Catinari

Musiche: Paolo Buonvino

Montaggio: Claudio Di Mauro

Scenografia: Eugenia F. di Napoli

Durata: 88

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: DOMENICO PROCACCI PER FANDANGO CON RAI CINEMAFICTION

Distribuzione: MIKADO

CRITICA
"Gabriele Muccino, il regista, é nato a Roma nel 1967. Di questo suo primo film dice: "Il vero motivo per cui ho voluto raccontare questa storia é il fatto che per un'inezia, un equivoco si possa arrivare ad una destabilizzazione tanto forte della personalità. (...) E' una commedia su due ventenni che cercano di trovare insieme il modo più giusto di amarsi. L'insinuarsi della gelosia é il granello di sabbia nell'ingranaggio. (...) Mi piace l'idea di un film aperto. Una 'tranche de vie' che idealmente prosegua il suo percorso anche dopo la fine del film. E' per questo che il finale è sospeso". Non c'é dubbio che Muccino, giovane esordiente, abbia doti interessanti nella capacità di saper strutturare il racconto con vivacità e scorrevolezza, senza pesantezze o inutili autocompiacimenti. E' anche indovinata l'intenzione di voler indagare su un ragazzo del Duemila gli effetti di un sentimento antico come la gelosia, che qualcuno voleva superato dai tempi. Resta meno sorvegliato il copione, nei dialoghi e nelle situazioni. Qui emergono sterotipi e approssimazioni, figure mal abbozzate come quella del sacerdote nella lavanderia. Il quadro perde freschezza e cade nel prevedibile, l'assenza di finale sembra una soluzione un po' di comodo." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 131, 2001)