Duel

USA 1971
David Mann, commesso viaggiatore, si sta recando a bordo della sua automobile da un cliente. Il conducente di un'imponente autocisterna che lo precede lo sfida a sorpassarlo. Compiuto il sorpasso, però David si vede raggiungere e superare dall'autocisterna che dimostra di poter marciare a una velocità superiore a quella consentita. Ma ben presto David si rende conto che il "mostro" lo avvicina con intenti assassini. Fermatosi a un bar, telefona alla moglie poi, impaurito, aggredisce un cliente credendolo l'autista dell'autocisterna. Di nuovo in automobile, l'autocisterna riprende gli assalti in maniera sempre più esplicita. Questa volta David si trova in pieno deserto e tenta di chiedere aiuto. Mentre sta per soccombere lungo i tornanti di un passo montano, adopera l'auto come "muleta" per attrarre l'avversario e farlo precipitare in un burrone.
SCHEDA FILM

Regia: Steven Spielberg

Attori: Dennis Weaver - David Mann, Eddie Firestone - Proprietario del caffè, Gene Dynarski - Uomo nel caffè, Tim Herbert - Benzinaio, Charles Seel - Il vecchio, Alexander Lockwood - Anziano nella macchina, Amy Douglass - Anziana nella macchina, Shirley O'Hara - Cameriera, Lucille Benson - Signora allo Snakerama, Carey Loftin - Autista del camion, Dale Van Sickel - Guidatore, Jacqueline Scott - Sig.ra Mann (non accreditata, Lou Frizzell - Autista dell'autobus (non accreditato, Shawn Steinman - Bambina sullo scuolabus (non accreditata

Soggetto: Richard Matheson

Sceneggiatura: Richard Matheson

Fotografia: Jack A. Marta

Musiche: Billy Goldenberg

Montaggio: Frank Morriss

Scenografia: Robert S. Smith

Arredamento: Sal Blydenburgh

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO FILM TV

Specifiche tecniche: 35 MM, PANORAMICA - TECHNICOLOR

Produzione: GEORGE ECKSTEIN PER UNIVERSAL TV

Distribuzione: CIC (1972) - CIC VIDEO

NOTE
- LA PELLICOLA, REALIZZATA DA SPIELBERG PER LA TELEVISIONE, E' STATA DISTRIBUITA SOLO NELLE SALE EUROPEE. NEGLI USA E' PASSATA DIRETTAMENTE IN TV.
CRITICA
"Il duello mortale tra il protagonista e la terrificante autocisterna condotta da un invisibile assassino, è reso con un eccezionale impiego dei mezzi cinematografici tesi ad assecondare un agghiacciante senso del drammatico. (...) Realistica esteriormente, la vicenda, circa il suo contenuto, è una incursione dell'insolito nel quotidiano. E secondo il ventiquattrenne regista, questo contenuto simbolico deve essere così decifrato: l'autocisterna rappresenta un pericolo, sinonimo di incubi e di angoscia; è un prodotto dell'uomo che si ritorce contro l'uomo stesso. Un'interpretazione che va completata rilevando che l'uomo moderno, minacciato variamente dalla macchina e dalla esasperata tecnologia, non può trovare salvezza che nel sacrificio dei propri pericolosi gioielli." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 75, 1973)