Jacob è un affascinante quarantenne danese dal passato misterioso che ha scelto di dedicarsi ai piccoli orfani in India. Quando i fondi per l'orfanotrofio da lui istituito iniziano a scarseggiare in suo aiuto accorre Jørgen, un uomo d'affari danese. Questi offre a Jacob una donazione di quattro milioni di dollari a patto che acconsenta a tornare in Danimarca per firmare il contratto. All'arrivo in patria, Jacob viene ricevuto da Jørgen che sembra non aver fretta di fargli firmare l'accordo, anche perché quel fine settimana deve essere celebrato
il matrimonio della figlia Anna a cui, anzi, Jacob viene invitato. Durante la cerimonia Jacob si rende conto che la moglie di Jørgen è Helene, la donna di cui era stato perdutamente innamorato e si trova a chiedersi se sia tutto frutto del caso o di una misteriosa macchinazione...
Dopo il matrimonio
Efter brylluppet
DANIMARCA, SVEZIA - 2006
- Regia:
- Attori: - Jacob, - Jørgen, - Helene, - Anna, - Christian, - Martin, - Morten, - Annette, - Nonna, - Segretaria, - Autista, - Sig.ra Shaw, - Sacerdote, - Pramod, 8 anni, - Mille, - Capo cameriere, - Uomo al compleanno, - Autista al matrimonio, - Cameriera hotel, - Cameriere giovane
- Soggetto: Susanne Bier, Anders Thomas Jensen
- Sceneggiatura: Anders Thomas Jensen
- Fotografia: Morten Søborg
- Musiche: Johan Söderqvist
- Montaggio: Pernille Bech Christensen, Morten Højbjerg
- Scenografia: Søren Skjaer
- Costumi: Manon Rasmussen
- Effetti: Thomas Caspersen, Justin Legg, Mads Nybo Jørgensen
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Altri titoli:
After the Wedding
Efter bröllopet - Durata: 112'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: (1:1.85)
- Produzione: ZENTROPA ENTERTAINMENTS
- Distribuzione: TEODORA FILM
- Data uscita 22 Dicembre 2006
NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA I^ EDIZIONE DI 'CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA' (2006).
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2007 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2007 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
'"Nel danese 'Dopo il matrimonio' di Susanne Bier (gran successo in patria), un uomo dal fisico imponente e dal volto indurito sembra aver trovato la pace e gli affetti lavorando in India, dove gestisce un orfanotrofio. Ma quando torna a Copenhagen in cerca di fondi scopre che oltre ai "figli" virtuali in Asia c'è anche una figlia carnale avuta tanti anni prima senza saperlo; che quella figlia ormai adulta si sta per sposare; che a crescerla è stato proprio il ricchissimo mecenate che dovrebbe finanziare il suo orfanotrofio. Ed è solo l'inizio... (...) Dopo un breve prologo immerso nel calore e nei colori dell'India, tesse la rete del suo imparabile mélo nel comfort, nella ricchezza, nella mollezza dell'opulenta Copenhagen. La danese costruisce, e il suo padre ignaro alla fine ritrova tutto, la figlia vera e i fondi per l'orfanotrofio. Ma perde il legame più profondo che aveva costruito in India. Non si può avere tutto. E fra l'affetto e il denaro, sembra dire la Bier, l'Occidente sceglierà sempre il secondo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 ottobre 2006)