Delicatessen

FRANCIA 1991
In un fatiscente edificio, tra stravaganti condomini - i fratelli Robert e Roger Kube dediti a fabbricare curiosi souvenir; l'isterica Aurore; la vogliosa Plusse; la famiglia Tapioca, i cui componenti (padre, madre, figli e nonna) sono sempre affamati; lo stralunato Potin, dedito all'allevamento di rane e lumache - vive la giovane violoncellista Julie con suo padre, il macellaio Clapet, un folle individuo intento ad accumulare mais e lenticchie avuti dai suoi clienti in baratto di carne umana. Vittima predestinata del macellaio è il candido Louison, un clown disoccupato che ha chiesto a questi vitto ed alloggio in cambio di lavori di pulizia e manutenzione. Julie, innamoratasi di Louison, per salvarlo dal suo triste destino, trova aiuto in misteriosi trogloditi vegetariani, una genia di teppisti che vivono nel sottosuolo metropolitano, i quali sperano così di impossessarsi dei legumi del macellaio. Dopo curiosi e grotteschi avvenimenti, questi muore involontariamente di sua stessa mano, dopo aver lanciato un boomerang tagliente contro Louison.
SCHEDA FILM

Regia: Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro

Attori: Pascal Benezech - Il signor Houy, Dominique Pinon - Louison, Marie-Laure Dougnac - Julie Clapet, Jean-Claude Dreyfus - Il macellaio, Karin Viard - La signorina Plusse, Ticky Holgado - Il signor Tapioca, Anne-Marie Pisani - La signora Tapioca, Bobam Janevski - Remi, Michael Todde - Lucien, Edith Ker - La nonna Tapioca, Rufus - Robert Kube, Jacques Mathou - Roger Kube, Howard Vernon - Il signor Potin, Chick Ortega - Il fattore, Sylvie Laguna - Signora Interligator, Dominique Zardi - Austista del taxi, Jean-François Perrier - Signor Interligator, Patrick Paroux - Rolls, Maurice Lamy - Pank, Marc Caro - Fox, Eric Averlant - Tourneur, Robert Baud - Voltange, Raymond Forestier - Milan, Dominique Betenfeld - Paumeau, Bernard Flavien - Brelan, Jean Luc Caron - Janvier

Soggetto: Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro, Gilles Adrien

Sceneggiatura: Gilles Adrien, Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro

Fotografia: Darius Khondji

Musiche: Carlos D'Alessio

Montaggio: Hervé Schneid

Scenografia: Marc Caro

Costumi: Valerie Pozzo Di Borgo

Effetti: Jean-Baptiste Bonetto, Yves Domenjoud, Olivier Gleyze, Acme Films, Duboi, Duran

Durata: 99

Colore: C

Genere: GROTTESCO

Specifiche tecniche: NORMALE, KODAKCOLOR, 35 MM

Produzione: CONSTELLAZIONE, U.G.C, HACHETTE PREMIERE, SOFINERGIE FILMS, LA SOFICA SOFINERGIE 2, INVESTIMAGE 2, FONDATION GAN POUR LE CINEMA

Distribuzione: PENTA FILM (1992) - VIVIVIDEO, PANARECORD

NOTE
- VINCITORE DEI PREMI CESAR 1992 COME MIGLIOR OPERA PRIMA, MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE, MIGLIOR MONTAGGIO E MIGLIORE SCENOGRAFIA.

- ERA STATO CANDIDATO ANCHE PER FOTOGRAFIA, MUSICA ORIGINALE, COSTUMI, SONORO, ATTORE NON PROTAGONISTA (JEAN-CLAUDE DREYFUS) E ATTRICE ESORDIENTE (MARIE-LAURE DOUGNAC).
CRITICA
"Più che un film sembra un ufo in celluloide che a nulla somiglia pur ammiccando a Fellini, René Clair, Carné, persino Tatì." (Enrico Benedetto, La Stampa)

"Più che il senso di questa storia, contano i modi con cui i due registi l'hanno rappresentata: con una monocroma fotografia buio seppia, con musiche stridenti, con immagini costruite solo per suscitare timori e con un'antologia di personaggi tutti sopra le righe, in cifre ora drammatiche fino all'orrore, ora prossime se non alla beffa certo al sarcasmo, con il gusto scoperto per l'umorismo più nero. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)

"Si tratta d'una favola ispirata alla tradizione del realismo poetico francese spinta all'estremo del surreale, nei territori del fantastico più eccentrico. (Giovanni Grazzini, L'Indipendente)

"Cinema apocalittico, nostalgico, grottesco, una fiaba 'al negativo' ispirata ai fumetti. Un raffinato saggio di humour nero. Un apologo pessimista sulle sorti della convivenza civile. (Fabio Bo, Il Messaggero)

"Piccolo film che batte tutti gli altri francesi nel numero delle candidature ai Premi César, frutto della collaborazione di Jean-Pierre Jeunet, pubblicitario e animatore, e Marc Caro disegnatore umoristico. (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera)

"Il merito principale dei registi è quello di trattare un materiale tematico assai crudo, persino ripugnante, con una cifra stilistica ed una bellezza di immagini di ritmo incalzante che, uniti a vere e proprie perle colme di grottesca ironia, fifniscono per nobilitare a tal punto la materia da stemperare la fosca tetraggine. Altro importante punto positivo è l'innocenza dei bambini, per i quali tutto è gioco, e la cui intensa, inarrestabile vitalità non conosce sosta e può aiutare a salvare il mondo. Non a caso essi affiancano la coppia di innamorati nella sequenza finale, che lascia intravvedere un filo di speranza in questo quadro veramente amaro dell'umana avventura." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 113, 1992)