CUBA FELIZ

CUBA 2000
Un cantastorie cubano, Gallo, è alle prese con un sogno meraviglioso. Sogna di frequente di viaggiare, da protagonista, attraverso le strade ed i ritmi dell'isola caraibica: Gallo è di volta in volta star della Salsa, rapper dei quartieri bassi, cantante di bolero. Ovunque si trovi Gallo riesce a tradurre in musica preziosi istinti di vita vissuta. Ma la realtà lo richiama all'ordine. Ha fatto il giro di Cuba ma, alla fine del sogno, si ritrova esattamente al punto di partenza.
SCHEDA FILM

Regia: Karim Dridi

Attori: Miguel "El Gallo" Del Morales - Se Stesso, Pepin Vaillant - Se Stesso, Mirta Gonzales - Se Stesso, Anibal Avila - Se Stesso, Alberto Pablo - Se Stesso, Armandito Machado - Se Stesso, Alejandro Almenares, Gilberto Mendez, Zaida Reyte, Mario Juan Sanchez, Candido Fabre, Los Cubanos Jubilados, Eulises Sanchez, Carlo Boromeo "Cambron" Planchez, Paisan Mallet

Soggetto: Pascal Letellier, Karim Dridi

Sceneggiatura: Karim Dridi, Pascal Letellier

Fotografia: Karim Dridi

Montaggio: Marie Liotard, Lise Beaulieu

Altri titoli:

LES FLAMBOYANTS

Durata: 93

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO MUSICALE

Produzione: ADR PRODUCTIONS, LE STUDIO CANAL +, EL MOVIMENTO NACIONAL DE VIDEO DE CUBA, CENTRE NATIONAL DE LA CINEMATOGRAPHIE

Distribuzione: ISTITUTO LUCE

Data uscita: 2001-07-06

CRITICA
"Viaggio nella musica nel gran corpo di Cuba. Corpo fisico: l'isola, le sue città, la sua gente. Corpo mistico: il sentimento collettivo, le radici, l'incredibile tradizione musicale. Insomma, tutto ciò che rende la regina dei Caraibi unica al mondo. (...) Un 'on the road' metà reale metà onirico sulle orme del vecchio Miguel Del Morales detto 'El Gallo', musicista di strada. (...) Un 'Buena Vista Social Club' senza Wenders, senza Ry Cooder, senza tournée. Estremo omaggio a un mondo (dopo Castro, chissà...) che è sul punto di scomparire". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 luglio 2001)

"In 'Cuba Feliz' (il titolo potrebbe anche essere ironico) il musicista fa da guida attraverso le varie parti dell'isola in una specie di viaggio-deriva, accompagnato da musica molto bella: salsa, rap, jazz, percussioni, soprattutto l'inarrivabile bolero cubano; tra tutte le altre, l'unica canzone classica è 'Besame Mucho' di Alberto Pablo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 luglio 2001)