Coraline e la porta magica

Coraline

4/5
Stop-motion e stereo 3D per fantastici incubi animati. Henry Selick fa nuovamente centro

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USA 2009
La piccola Coraline scopre nella sua casa una porta segreta dietro cui si cela una versione alternativa, e molto più interessante, della sua esistenza. Coraline inizierà a passare gran parte del suo tempo nel mondo parallelo ma, ben presto, la bizzarra avventura comincerà a diventare pericolosa. Per salvare se stessa e i suoi genitori, Coraline dovrà contare sulla sua forte determinazione e sul suo grande coraggio, ma avrà anche a disposizione l'aiuto di alcuni vicini e di un gatto nero parlante.
SCHEDA FILM

Regia: Henry Selick

Soggetto: Neil Gaiman - romanzo

Sceneggiatura: Henry Selick

Fotografia: Pete Kozachik

Musiche: Bruno Coulais, They Might Be Giants

Montaggio: Christopher Murrie, Ronald Sanders

Scenografia: Henry Selick

Effetti: Gentle Giant Studios Inc.

Durata: 100

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Specifiche tecniche: 3D, 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR

Tratto da: romanzo per bambini "Coraline" di Neil Gaiman

Produzione: LAIKA, PANDEMONIUM

Distribuzione: UNIVERSAL - BLU RAY: UNIVERSAL HOMEVIDEO

Data uscita: 2009-06-19

TRAILER
NOTE
- VOCI DELLA VERSIONE ORIGINALE: DAKOTA FANNING (CORALINE), TERI HATCHER (MADRE DI CORALINE), IAN MCSHANE (SIG. BOBINSKI).

- CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2010 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE.

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2010 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE.
CRITICA
"Henry Selick era l'autore (insieme a Tim Burton) del fantastico 'Nightmare Bifore Christmas'. Questa volta, invece, il film è stato concepito e realizzato a tre dimensioni (il primo in assoluto con pupazzi in 'stop motion'), mischiando tecniche artigianali e tecnologie all'avanguardia, che si sommano con la cura delle scenografie, la profondità di campo, lo studio dell'incidenza della luce. Va detto, però, che la tridimensionalità non è il fine, ma solo uno dei mezzi. (...) Perché il 3D è al servizio di una storia forte, fondativa addirittura. Anziché lisciare e rassicurare il pubblico, come la maggior parte dei cartoon, la fiaba di Coraline ci parla del divario tra fantasia e realtà, degli universi taroccati dell'edonismo e della quantità d'illusione che ciascuno di noi è disposto a tollerare pur di non guardare il mondo a occhi aperti." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 giugno 2009)

"Difficile rendere più concrete e vivide le angosce dell'infanzia, ma il tocco di genio di Selick sta nell'inventiva sfrenata con cui anima ambienti e figure di contorno: topi che eseguono parate in stile sovietico, anziane attrici ancora piene di ardori, gatti che parlano e scompaiono come 'Alice nel paese delle meraviglie' gotica. Un magnifico assaggio di ciò che può dare il 3D al cinema d'autore. Se ne avrà la possibilità." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 giugno 2009)

"'Coraline e la porta magica' è il nuovo film di Henry Selick, 56enne del New Jersey, mago dell'animazione già collaboratore di Tim Burton per 'Nightmare Bifore Christmas'. (...) 'Coraline' è bellissimo: è un cartone animato in 3D dove la tridimensionalità ha un suo perché, non si limita a un'ostentazione di oggetti sporgenti; è in fondo la natura stessa della storia, imperniata su un mondo multiplo come i colori dei famigerati occhialetti necessari per la visione." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 19 giugno 2009)

"Attenzione a quello che si desidera perché i desideri possono avverarsi. E' questa la riflessione da cui parte 'Coraline e la porta magica' che affronta il turbolento mondo dell'infanzia con un film complesso e affascinante. Va chiarita subito una cosa, però: non è una pellicola per bambini sotto gli 8/10 anni. Selick, che ci ha abituato al ribaltamento dei mondi del bellissimo 'Nightmare Bifore Christmas', mette in scena la storia di una ragazzina sveglia e curiosa, scontenta però dei genitori troppo occupati con il loro lavoro." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 19 giugno 2009)

"Si scorgono le tracce degli archetipi di 'Coraline', cominciando da 'Alice nel Paese delle meraviglie', passando per 'Pinocchio', fino a 'L'invasione degli ultracorpi'. Ma la costruzione degli ambienti è completamente diversa. Anche la psicologia di Coraline è abbastanza originale. Un'ora e quaranta minuti sono tanti per un film d'animazione, anche se esso unisce per la prima volta la tecnica dello stop-motion e quella del 3D. Né il ritmo è travolgente. Quindi o gli accompagnatori dei bambini ricorreranno a un lungo riposo preventivo, o dovranno farsi raccontare, poi, il film dagli accompagnati." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 19 giugno 2009)

"'Coraline' è davvero incantevole: nel disegno bellissimo ispirato a un film precedente co-diretto dal regista Selick insieme con Tim Burton, 'Night Bifore Christmas' nella vicenda tratta da un libro per bambini di Neil Gaimen d'immenso successo e prima ancora da 'Alice nel paese delle meraviglie'; nella realizzazione in 3D con relativi occhialini. (...) Molto bello." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 giugno 2009)

"Henry Selick realizzò con Tim Burton 'A Nightmare Before Christmas'. Qui ribadisce il gusto gotico allestendo una favola nerastra fitta di luminosi dettagli sopraffini in stop motion (marionette e microdettagli in plastilina fotografati passo passo). E la arricchisce in 3D e - nel finale - con il digitale. Ne esce un capolavoro tecnico di macabra eccellenza. Non è per i piccolissimi, ma per i piccoli sì. Può far paura, certo. Spaventi formativi che matureranno le baby coscienze." (Alessio Guzzano, 'City', 19 giugno 2009)

"Il dosaggio sapiente di effetti visivi potenti ed evocativi, il tono narrativo sempre adeguato e lo sviluppo misurato dei vari personaggi rendono godibilissima questa pellicola, capace di veicolare anche messaggi tutt'altro che banali in una società in cui si vale non per ciò che si è ma per ciò che si riesce anche falsamente a mostrare e le persone sono considerate solo come potenziali acquirenti cui indurre desideri. Un mondo in cui il più delle volte però si scopre, a volte dolorosamente, l'illusorietà e persino la pericolosità sia di un insensato apparire, sia di uno spasmodico desiderare. Ed è quello che, nel suo piccolo, sperimenta Coraline, la ragazzina protagonista della storia. Annoiata e insoddisfatta da genitori che, presi da un lavoro che non amano, non le prestano la dovuta attenzione, Coraline, come Alice, finisce magicamente in un mondo parallelo che non è molto diverso dal suo, anche se decisamente migliore. (...) Tutto bene, dunque? Non proprio, perché anche in questo mondo tutto ha un costo. Anche la felicità. La ragazzina è subito colpita da un particolare tutt'altro che secondario. Tutti i personaggi di questo mondo apparentemente perfetto mostrano un agghiacciante particolare: hanno due bottoni al posto degli occhi. E presto scoprirà che è quello il prezzo che dovrà pagare se vorrà vivere per sempre in quella dimensione in cui tutto sembra bellissimo. Ma rinunciare ai suoi occhi - è la proposta della strega malvagia che si cela sotto le vesti dell'"altra mamma" equivale a vendersi l'anima, come Coraline avrà modo di appurare con sgomento. La bambina dovrà dimostrare tutto il suo coraggio per liberarsi dalla trappola tesagli dalla strega. (...) Non mancherà il lieto fine, come in ogni favola che si rispetti. Il come ci si arriverà, tra non pochi colpi di scena, lo lasciamo agli spettatori (per inciso, il film non è adatto a bambini molto piccoli). Ma sia ai grandi che ai piccini sicuramente non sfuggirà la morale della storia magistralmente confezionata da Selick e dai suoi quattrocentocinquanta collaboratori in sette anni di lavorazione: un mondo perfetto non esiste, nemmeno nell'immaginazione; la fantasia non è sempre migliore della realtà, perché a volte anche il sogno più piacevole può trasformarsi nel peggiore degli incubi; la felicità vera è quella di tutti i giorni, fatta di piccole, grandi cose, con le sue sorprese e i suoi limiti; basta solo saperla riconoscere e apprezzare." (Gaetano Vallini, 'L'Osservatore Romano', 25 giugno 2009)

"Tutto incentrato sul confronto realtà/fantasia, il film si impernia sullo sdoppiamento fra colori tetri e melanconici da una parte e pennellate luminose e sfavillanti dall'altra, che si alternano e si rifrangono in un continuo gioco stridente e contrapposto, occasione per mettere a confronto l'essere e l'apparire, la noia della quotidianità e l'illusione onirica che inganna e seduce. Con l'immagine dei bottoni che, alternativamente, si fa simbolo di apertura o di chiusura, di libertà o di schiavitù." (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 16 luglio 2009)