Controvento

ITALIA 2000
Clara fa la psichiatra in un Centro di Igiene Mentale di Torino. Per difendersi da quella zona d'ombra con cui si confronta quotidianamente, si è costruita un universo protetto che la preserva dalle grandi emozioni della vita. Sua sorella Nina, più giovane di lei, sembra invece dilapidare la sua vita, sempre in fuga da qualcosa o da qualcuno. Un giorno, mentre Nina è via per un viaggio, Clara incontra un uomo che cerca sua sorella. Si chiama Leonardo e fa l'infermiere. All'inizio lei è molto brusca con lui, ma poi subentra la curiosità di sapere e la scoperta di qualcosa che in lui le piace.

TRAMA LUNGA
A Torino Clara, psichiatra timida e riservata, fa la conoscenza di Leonardo Bandini, un infermiere dai modi bruschi e spicci. Questi dice di essere un amico di Nina, sorella di Clara, che non vede da tempo e di cui vorrebbe avere notizie. Nina fa l'attrice, è spesso in giro ed anche Clara ne sa ben poco. Clara e Leonardo si rivedono e di lì a poco la donna è attratta dai modi misteriosi ed enigmatici di lui. Comincia una relazione, e lei si trasferisce a casa sua. Quando Nina torna in città, Leonardo la incontra. Di notte, l'uomo lascia Clara e va da Nina. Un giorno Leonardo sparisce, e Clara vorrebbe lasciare la città. Leonardo e Nina si rivedono, vanno insieme fuori Torino, si fermano, lei lo lascia a piedi e con la macchina si butta dal ponte. Tempo dopo Leonardo, nel corso di un incontro presso la sede degli alcolisti anonimi, confessa agli altri la propria instabile situazione. Nel suo studio Clara sta cercando di far parlare Teresa, una bambina chiusa nel mutismo. A un certo punto Clara comincia a piangere e dice di essere triste. Risponde allora Teresa: "Anch'io sono triste, ma poi passa...".
SCHEDA FILM

Regia: Peter Del Monte

Attori: Margherita Buy - Clara, Valeria Golino - Nina, Ennio Fantastichini - Leo, Maria Monti - Madre, Rosaria Caracciolo - Agente, Stefano Abbati - Attilio, Stefania Marsala - Teresa, Varo Venturi

Soggetto: Peter Del Monte, Gloria Malatesta, Claudia Sbarigia

Sceneggiatura: Peter Del Monte, Gloria Malatesta, Claudia Sbarigia

Fotografia: Saverio Guarna

Musiche: Paolo Silvestri

Montaggio: Simona Paggi

Scenografia: Tommaso Bordone

Costumi: Metella Raboni

Altri titoli:

AGAINST THE WIND

Durata: 98

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: ANDREA DE LIBERATO, PETER DEL MONTE, CARLO PONTESILLI PER POETICHE CINEMATOGRAFICHE, CONTROVENTO FILM, TELEPIU', ISTITUTO LUCE

Distribuzione: ISTITUTO LUCE

NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI (MIBAC).
CRITICA
"(...) Fantastichini, si sa, è sempre bravissimo. Ma sono brave pure le due attrici, appaiate non molto armoniosamente, fisicamente persino improbabili come sorelle, eppure capaci di far sentire il legame che è nello stesso tempo molto pudico e molto profondo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 3 novembre 2000)

"L'andirivieni sentimentale di Leonardo tra le due sorelle avrà un finale drammatico - che però lo sviluppo della storia come ce la propone la sceneggiatura - firmata da Del Monte, Claudia Sbarigia, Gloria Malatesta - non giustifica psicologicamente. E mentre le ambizioni del progetto si riflettono con successo in un impasto visivo di alta qualità, grazie alla bellissima fotografia di Saverio Guarda, il ritratto del terzetto è a dir poco irrisolto e - sorprendentemente per il regista di 'Irene Irene' e di 'Compagna di viaggio' - inframezzato da piccoli squallori verbali e fisici fuori registro. E neanche due brave attrici riescono a contrastare l'impressione di una sgradevolezza inutile e programmatica". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 5 novembre 2000)

"Morbide inquadrature, interni tetri, una Torino uggiosa traducono gli stati d'animo in ellissi emotive, spesso (volutamente?) risolte in frammenti o in censure e l'inerte passione esplora la patologia in cerca di un'espiazione terapeutica al malessere, quasi come in un film di Bellocchio/Fagioli. Ma irrisolto ed elusivo. Quasi catatonico. E il personaggio della Buy surroga la nevrosi inappagata con un'indolenza respingente che la porta a liberare (finalmente?) l'osceno che è in lei".(Fabio Bo, 'Il Messaggero', 3 novembre 2000)