Chiamate 22-22 tenente Sheridan

ITALIA 1960
Katy Fergusson, moglie di un ex pilota, per una serie di circostanze, è stata ritenuta colpevole del rapimento ed uccisione di un bambino, e sta per essere giustiziata nella camera a gas. Dei fatti verificatisi all'ultimo momento, fanno rinviare l'esecuzione di quarantott'ore e le indagini vengono affidate al tenente Sheridan, il quale viene a sapere che Katy aveva una relazione con un noto pregiudicato. Mentre Sheridan cerca di prendere tempo e di far rinviare ulteriormente l'esecuzione, giunge la notizia della morte di Fergusson, nel cui appartamento è trovata una lettera in cui egli dichiara di essere il vero responsabile della morte del bambino e di essersi suicidato per il rimorso. Ma altre circostanze portano Sheridan alla conclusione che non si tratti di suicidio e che Fergusson sia stato assassinato da colui che ha organizzato il rapimento del piccolo. Alla fine, dopo una serie di drammatiche vicende, Sheridan scoprirà il vero colpevole e potrà salvare Katy pochi attimi prima che avvenga l'esecuzione.
SCHEDA FILM

Regia: Giorgio Bianchi

Attori: Ubaldo Lay - Ten. Ezechiele Sheridan, Umberto Orsini - Tommy, Nadine Duca - Patricia, Tilde Damiani - Gertie, Carlo Alighiero - Serg. Steve, Arturo Zanini - George Berman, Paola Da Pino - Lizzie, Livia Contardi - Cathrine Fellows, Corrado Olmi - Pat, Erina Locatelli - Dolly, John Francis Lane - Avv. Jordan, Juan Vallejo - Jeff, Luigi Borghese - Danny Ciento, Brigitte Schenkel - Myrna, Peter Dane - Ferguson, Sandro Moretti - Mills, Roger Azel, Margareta Puratich

Sceneggiatura: Mario Casacci, Alberto Ciambricco, Giuseppe Aldo Rossi, Giorgio Bianchi

Fotografia: Alfio Contini

Musiche: Armando Trovajoli

Montaggio: Maurizio Lucidi

Scenografia: Piero Filippone

Altri titoli:

Cathrine vuole morire

Durata: 95

Colore: B/N

Genere: POLIZIESCO

Produzione: GIORGIO GRAVINA PER COLUMBUS FILM

Distribuzione: LUX FILM

CRITICA
"(...) La regia di Giorgio Bianchi è pregievole: all'autore va soprattutto il merito di aver curato l'ambientazione americana del poliziesco e di aver fatto recitare la schiera di attori sconosciuti che ruotano attorno al bravo Ubaldo Lay". (G. Ciaccio, "Rivista del Cinematografo", n. 2, febbraio 1961).