Che nessuno scriva il mio epitaffio

Let No Man Write My Epitaph

USA 1960
Nick Romano è cresciuto nel quartiere situato all'estremo sud di Chicago, senza la presenza di suo padre, un poco di buono condannato alla sedia elettrica. Sua madre, per mantenersi e provvedere a lui, ha dovuto accettare ogni genere di compromesso. Sul giovanotto, però, vegliano da sempre le due personalità più importanti del quartiere: l'ex giudice Sullivan, sull'orlo dell'alcolismo, e la cantante di colore Flora. I suoi due protettori decidono di aiutare il ragazzo, molto talentuoso, a studiare musica perché possa diventare un bravo pianista. Ma a 17 anni Nick viene coinvolto in una rissa e arrestato. Lo libera Charles, un gangster che ha iniziato la madre di Nick alla droga e ora la vuole controllare del tutto. Nick, scoperta la verità, vorrebbe uccidere il gangster ma il giudice Sullivan interviene e in uno scontro a fuoco con Charles lo uccide, rimanendo però ferito gravemente. La madre di Nick viene ricoverata in un centro di recupero per tossicodipendenti e Nick, finalmente libero, può dedicarsi al pianoforte e alla brava ragazza che ha conosciuto e deciso di portare all'altare.
SCHEDA FILM

Regia: Philip Leacock

Attori: Burl Ives - Giudice Bruce M. Sullivan, Shelley Winters - Nellie Romano, James Darren - Nick Romano, Jean Seberg - Barbara Holloway, Ricardo Montalban - Louie Ramponi, Ella Fitzgerald - Flora, Rodolfo Acosta - Max, Philip Ober - Grant Holloway, Jeanne Cooper - Fran, Walter Burke - Wart, Don Easton - Eddie, Joey Fricano - Barney, Roy Jenson - Whitey, Francis De Sales - Magistrato, Michael Davis - Nick da bambino

Soggetto: Willard Motley - romanzo

Sceneggiatura: Robert Presnell Jr.

Fotografia: Burnett Guffey

Musiche: George Duning

Montaggio: Chester W. Schaeffer

Scenografia: Robert Peterson

Arredamento: Armor E. Goetten

Durata: 110

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: romanzo di Willard Motley

Produzione: COLUMBIA PICTURES CORPORATION

Distribuzione: CEIAD

CRITICA
"Il film descrive con efficace verismo gli squallidi quartieri popolari di Chicago, presentandone personaggi e ambienti, ma scade nel racconto melodrammatico e pieno di retorica della vicenda. Interpretazione discreta, regia di mestiere." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 48, 1960)