Cave of Forgotten Dreams

CANADA 2010
La grotta di Chauvet Pont d'Arc, nella Francia meridionale, contiene quelli che sono attualmente ritenuti i più antichi dipinti rupestri del mondo, risalenti a oltre 30.000 anni fa. La grotta, che si trova nella valle di Ardèche, è stata scoperta solo nel 1994, ma non è aperta al pubblico. Il respiro umano, infatti, altererebbe l'umidità della grotta e sarebbe estremamente dannoso per le raffigurazioni. Anche agli scienziati è permesso accedere alla grotta di Chauvet soltanto in alcuni precisi momenti. I dipinti non sono tutti piatti, piuttosto, incorporano i rilievi dei muri per la creazione di colorate profondità. Da lungo tempo si era pensato di dare accesso alla grotta a un unico regista e, per la quota simbolica di 1 Euro, consentirgli di catturare i dipinti su pellicola a beneficio del pubblico. Werner Herzog è il regista scelto e non delude: usando solo un minimo di luce e una cinepresa a mano costruita per l'occasione, riesce non solo ad immortalare, ma anche a dare vita ai dipinti scegliendo di adottare il formato 3D. Inoltre, il regista fa uso dei contorni di questi dipinti sulla roccia come spunto non solo per una meditazione filosofica sulle origini dell'arte filmica, ma anche per porsi delle domande sull'esistenza umana.
SCHEDA FILM

Regia: Werner Herzog

Attori: Werner Herzog - Narratore (V.O.

Sceneggiatura: Werner Herzog

Fotografia: Peter Zeitlinger, Chris Watts - stereografia

Musiche: Ernst Reijseger

Montaggio: Joe Bini, Maya Hawke

Durata: 90

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO STORICO

Specifiche tecniche: DCP, 3D

Produzione: CREATIVE DIFFERENCES, ARTE FRANCE IN ASSOCIAZIONE CON MORE 4 PER HISTORY FILMS

NOTE
- PROIEZIONE SPECIALE AL 61. FESTIVAL DI BERLINO (2011).
CRITICA
"L'esperimento di Werner Herzog 'Cave of Forgotten Dreams' è una provocazione, usare la più recente pratica cinematografica per filmare i dipinti più antichi della storia dell'uomo, mescolare l'antichissimo con il modernissimo. Un esperimento coraggioso. I graffiti, risalenti a 30mila anni fa, riemersi nel 1994 tra gli anfratti bui e le stalattiti candide delle Caverne di Chauvet, nel sud della Francia, risaltano sul grande schermo, accolti dalla meraviglia del regista e dalla cura sollecita degli studiosi. Il 3D restituisce tutto lo stupore della scoperta scientifica, gli esperti raccontano l'emozione seguita al ritrovamento, le notti insonni, e i mille quesiti aperti da quei disegni. Nelle loro parole e nei loro percorsi si materializzano scene da alba dell'umanità, con i nostri antenati asserragliati nelle cave, pronti a difendersi dagli attacchi di orsi, mammut, leoni." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 14 febbraio 2011)

"Investigando con la telecamera gli spazi interni delle grotte e intervistando archeologi e paleontologi che lavorano sul posto, Herzog propone un immaginifico viaggio nel tempo dell'età della pietra. Un viaggio che via via si trasforma in una riflessione filosofico-esistenziale sul significato della raffigurazione visuale dai graffiti preistorici alle cineprese digitali. Con un epilogo a sorpresa che illumina sulla ciclicità del tempo e spiazzalo spettatore facendogli capire come il documentario non sia tanto sull'uomo preistorico, ma sull'uomo di oggi. Col 3D Herzog anima i cavalli, gli elefanti e i rinoceronti raffigurati sulle pareti delle grotte rendendo per intero agli occhi dello spettatore la plasticità e la forza suggestiva di quelle immagini." (Gherardo Ugolini, 'L'Unità', 14 febbraio 2011)