Cavallo Denaro

Cavalo Dinheiro

PORTOGALLO 2014
A Fontainhas, i giovani capitani guidano la rivoluzione nelle strade. Nel frattempo, la gente di cerca Ventura che si è perso nella foresta.
SCHEDA FILM

Regia: Pedro Costa

Attori: Ventura , Vitalina Varela, Tito Furtado

Fotografia: Leonardo Simões, Pedro Costa

Musiche: Os Tubarões

Montaggio: João Dias

Altri titoli:

Horse Money

Durata: 104

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: HD, DCP (1:1.33)

Produzione: OPTEC-SOCIEDADE ÓPTICA TÉCNICA LDA.

Distribuzione: ZOMIA (2016)

Data uscita: 2016-04-28

NOTE
- PARDO PER LA MIGLIOR REGIA, MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA FICC/IFFS AL 67. FESTIVAL DI LOCARNO (2014).
CRITICA
"L'uscita di 'Cavallo Denaro' (...) anche se in poche sale, quelle rimaste a accettare una qualche scommessa col cinema (...) e in una manciata di città (...) è un vero evento. Perché a parte i circuiti festivalieri (...) o le «occasioni» speciali (...), o ancora l'altrove televisivo di 'Fuori orario' un film di Pedro Costa non è mai stato distribuito. Eppure quello del regista portoghese è ormai un nome di riferimento negli immaginari contemporanei, quasi leggendario per i cineasti più giovani che scelgono la via tortuosa del «cinema d'autore», presente nei cartelloni dei festival più prestigiosi (...) del mondo. A raccogliere la sfida è una piccola distribuzione indipendente Zomia, non nuova a queste belle imprese (...) provando che solo così si possono costruire delle alternative al monopolio di un esercizio divenuto anche monopolio del gusto (...). 'Cavallo Denaro' dunque, in cui Costa ritorna su quella che è l'«ossessione» - magnifica non so, dolorosa e ostinata senz'altro - della propria poetica il suo Paese, il Portogallo narrato a partire dalla Rivoluzione del Garofani che rovesciò il regime di Salazar, e che lui ripercorre dalla parte di coloro che ne sono stati il pretesto, ovvero gli africani delle colonie, senza mai diventarne realmente parte. È un riferimento che attraversa il suo cinema film dopo film che appaiono come un progressivo «avvicinamento» a quel mondo, i capoverdiani divenuti alla fine dell'impero coloniale migranti, stipati a Fointainhas, nel suburbio povero di Lisbona. E al tempo stesso fonda la costruzione di una poetica che è dichiarazione estetica, etica, politica. Dal primo di quella che possiamo chiamare una trilogia (gli altri sono 'Juventude em Marcha' e 'Cavalo Dinheiro' - punteggiata da variazioni, cortometraggi, installazioni - 'No quarto da Vanda'), la pratica quotidiana del filmare si è intrecciata alla grana dell'immagine, alla solitudine, alla ricerca costante di una corrispondenza tra le immagini e ciò che mostrano. Filmare la miseria o la marginalità non significa riprodurla, compiacersi, accarezzare il sentimentalismo. Le rovine in cui si avventura Costa si trasformano in una relazione, esprimono un pensiero sul tempo e sulla durata nel cinema, sulla luce, sull'inquadratura, su una verità che trova la sua forza nel massimo dell'astrazione. (...) i film di Perdo Costa restituiscono l'immagine, e il contrasto con la retorica trionfante della storiografia ufficiale proietta il passato sul presente. (...) Tenerezza, sofferenza, amore. Lo sguardo di Costa compone con lucidità i passaggi nel tempo del suo personaggio. Al centro c'è la Rivoluzione ma la sua immagine ci dice qualcos'altro: la rivoluzione non c'è, non c'è mai stata anche se è stata dichiarata ed è divenuta mitologia storica cancellando le contraddizioni per riscriverla su misura. Sui passi di Ventura, rimane quanto è stato escluso dall'immagine ufficiale e non è oggetto di celebrazione, forse nemmeno di Storia. Solo il sussurro di una vecchia canzone, di un sogno che fa paura appena pensare." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 28 aprile 2016)