Cappuccetto Rosso Sangue
Red Riding Hood

- Regia:
- Attori: - Valerie, - Padre Soloman, - Cesaire, - Peter, - Henry, - Suzette, - Padre August, - Nonna, - Roxanne, - Magistrato, - Capitano, - Claude, - Madame Lazar, - Adrien Lazar, - Prudence, - Rose, - Proprietario taverna, - Fratello Del Capitano, - Valerie da bambina, - Peter da bambino, - Marguerite, - Lucie, - Figlia di Solomon, - Figlia di Solomon, - Uomo travestito da lupo, - Taglialegna
- Sceneggiatura: David Leslie Johnson
- Fotografia: Mandy Walker
- Musiche: Brian Reitzell, Alex Heffes
- Montaggio: Nancy Richardson, Julia Wong
- Scenografia: Thomas E. Sanders
- Arredamento: Shane Vieau
- Costumi: Cindy Evans
- Effetti: Jeffrey A. Okun
- Durata: 99'
- Colore: C
- Genere: THRILLER
- Specifiche tecniche: PANAVISION PANAFLEX MILLENNIUM XL, 2K/SUPER 35 STAMPATO A 35 MM /D-CINEMA (1:2.35)
- Produzione: LEONARDO DI CAPRIO, JENNIFER DAVISSON KILLORAN, ALEX MACE E JULIE YORN PER APPIAN WAY, RANDOM FILMS, WARNER BROS. PICTURES
- Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES ITALIA
- Data uscita 22 Aprile 2011
TRAILER
RECENSIONE
Twilight è una persecuzione. A tre anni dal primo capitolo della saga teen-vampire, Catherine Hardwicke torna nelle sale con la rilettura dark (?) della fiaba popolare, poi trascritta da Perrault e dai fratelli Grimm: Cappuccetto rosso sangue dimentica ben presto tali origini per trasformarsi, anima e corpo, in un nuovo Twilight. Dal look dei personaggi maschili (anche nel medioevo esisteva il gel per capelli) alla storia d’amore negata (lei ama un povero taglialegna, la madre vuole che invece sposi un altro), fino ad arrivare al vero protagonista della vicenda, un gigantesco lupo mannaro da cui “tutto parte” e con cui ben presto Valerie (Amanda Seyfried) capirà di essere legata: tutto, compresi gli infiniti e inutili dolly, riportano alla mente un già visto (l’horror “per tutti”, mixato con love story e thriller) che ormai ha davvero null’altro da dire, eccezion fatta forse per quei (pochi) adolescenti che ancora non conoscono le vicende di Edward e Bella.
La mantella e il lupo, della fiaba originaria – a parte la nonna (Julie Christie) – non rimane nient’altro: e davvero a poco serve l’aver scomodato un ulteriore personaggio letterario, Solomon Kane (qui “Padre Solomon”…), leggendario cacciatore di creature malvagie interpretato da un Gary Oldman costretto ad una delle sue peggiori performance.
Uscito negli States l’11 marzo, il film ha incassato (ad oggi) quasi 37 milioni di dollari, 5 in meno dei 42 di budget. Tra i produttori, anche Leonardo Di Caprio.
NOTE
CRITICA
"Povero Perrault, e mo' chi lo sente? Catherine Hardwicke l'ha combinata brutta: 'Cappuccetto rosso sangue' gareggia con 'The Nativity' per il punto più infimo della sua filmografia. Dal pseudo-adattamento (scrive David Leslie Johnson) alle interpretazioni, non funziona nulla, ma ancor prima in frantumi va una malcelata ambizione: rifare 'Twilight' (la Hardwicke ne ha diretto il primo capitolo), scambiando licantropi per vampiri, il triangolo tra Bella, Edward o Jacob con la relazione pericolosa - per la palpebra - tra la bionda Valerie (Amanda Seyfried alias Cappuccetto), il tenebroso Peter e il bravo ragazzo Henry, alle prese con la Bestia e il cacciatore di anime Padre Salomon (Gary Oldman). Frutto di una Hollywood così a corto di idee da rimettere il Cappuccetto alla creatività, Red Riding Hood è il primo di un plotone di fiabesche rivisitazioni (chiave horror-romantica) in arrivo: la speranza è l'ultima a morire, ma il pubblico?" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 21 aprile 2011)
"È una guerra anche quella che ingaggiano gli abitanti di un villaggio nella foresta contro un ferocissimo lupo che in realtà è un licantropo. 'Cappuccetto rosso sangue' di Catherine Hardwicke porta sullo schermo assai liberamente la fiaba di Perrault, ma dal momento che la regista è quella di 'Twilight', ecco che la storia finisce per assomigliare troppo a quella dei vampiri belli e felicemente dannati." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 22 aprile 2011)
"Rilettura horror della fiaba che ha già subito la versione porno: nel villaggio medioevale c'è un licantropo al posto del lupo cattivo e la bella Amanda Seyfried teme sia uno dei suoi spasimanti. Catherine Hardwicke, dopo il folgorante '13 anni', somministra un letargico episodio apocrifo di 'Twilight'. L'analisi dell'età adolescenziale diventa giovanilismo coatto senza causa. Si può salvare la scenografia da fiaba nordica senza scomodare l'inconscio. Basta non diventi una moda." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 22 aprile 2011)
"Vanno proprio di gran moda i licantropi. Grazie al cielo in questo zoppicante 'Cappuccetto Rosso Sangue' sono ridotte al minimo le smancerie amorose della pizzosa serie 'Twilight', baciata da un inspiegabile successo al botteghino. E soprattutto manca il cadaverico, a prescindere dai morsi, malrasato Robert Pattinson, la cui preoccupante fissità dello sguardo fa delirare le ragazzine. Le cose si mettono comunque male per lo spettatore, dato che la regista è la stessa di 'Twilight', Catherine Hardwicke, peraltro incolpevole della folle sceneggiatura. (...) Una fiaba di quelle chiamate gotiche, in cui Amanda Seyfried, terrorizzata per contratto, porta sulle spalle il peso del film oltre al mantello rosso di Cappuccetto Rosso. Un abbigliamento perfetto per la visita alla nonna, interpretata dall'ex bellissima Lara del 'Dottor Zivago' e ormai raggrinzita settantenne Julie Christe. L'unica visione davvero agghiacciante." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 22 aprile 2011)
"Quando ti metti un cappellino e funziona, poi lo vogliono mettere tutti per replicare il tuo successo. E' andato bene 'Twilight' amor romantico, adolescenza tormentata e vampiri pentiti? Via, sulla stessa strada. Mettiamoci dentro anche 'Cappuccetto Rosso'. Torbida, innocente, col mantello uso-coito tra la neve e molto... al sangue. (...) Il vero assassino è il vostro vicino, dicono a una certo punto. Non credeteci. Per questo film, al massimo, nella poltroncina di fianco si siede un pacifico ragazzone con i popcorn e la cannuccia." (Silvio Danese, 'Giorno- Carlino-Nazione', 22 aprile 2011)
"L'esoterico 'Cappuccetto Rosso Sangue' dimostra che l'unica propria natura della favola sia quella di eleggere il terreno boscoso a luogo di paura, sul dorso di informi orrori e sensualità. I graffi di seconda mano sono gli stessi della serie 'Twilight', la regista d'altronde è la Hardwicke ('Thirteen'; 'Lords of Dogtown'). (...) Lungo la rilucente mollezza del film (...) c'è tutto lo slancio di un cinema bestiale." (Filippo Brunamonti, 'Il Manifesto', 22 aprile 2011)
"Nel villaggio medievale di Daggerhorn, Catherine Hardwicke è regredita ai secoli bui. La regista rockettara dei sinceri diari adolescenziali 'Thirteen' e 'Lords of Dogtown' era riuscita a dare al blockbuster 'Twilight' un'anima birichina e simpaticamente impacciata. Ora poteva attualizzare la mitica fiaba di Perrault e fratelli Grimm, ma il suo 'Cappuccetto rosso sangue' è un tripudio di retorica, parrucche cotonate, pomposi movimenti di macchina e battute dal ridicolo involontario. (...) Ancora la fiaba horror come metafora del turbamento sessuale di una giovane donna. Ma se in 'Twilight' il dualismo tra mostri è geniale (...), qui la scelta è solo tra il beneducato e l'allupato. La botticellesca Seyfried non splende come in 'Mamma mia!', 'Chloe' e 'Letters to Juliet'. Sprecati Julie Christie (nonna chic) e Gary Oldman (severo cacciatore di lupi)." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 22 aprile 2011)
"In qualità di produttore, Leo Di Caprio deve averla scelta per questa sua capacità di coniugare tematiche giovanili e atmosfere gotiche, ma la cineasta non riesce qui a esprimere a pieno il potenziale di una storia in cui complesso di Edipo e iniziazione all'Eros hanno un ruolo fondamentale. A parte la nonna (Julie Christie), i personaggi non sono abbastanza intriganti e si rimane con la sensazione di uno spettacolo a metà, cui manca l'affondo sia negli abissi dell'horror che in quelli dell'animo." (Alessadra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 22 aprile 2011)