Bubble

Il degrado della periferia Usa sotto l'obiettivo di Soderbergh. Una tragedia ordinaria in digitale Fuori Concorso

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USA 2005
In un piccolo paese dell'Ohio quasi tutti gli abitanti sono occupati in una fabbrica di bambole. La quarantenne Martha e il giovane Kyle lavorano lì da vari anni e, nella solitudine totalizzante della provincia degradata, tra i due nasce una relazione meccanica, quasi anaffettiva. Il loro rapporto un giorno, però, viene sconvolto dall'arrivo di una nuova operaia, Rose, una ragazza madre che nessuno conosce. Martha inizia sin da subito a sospettare di lei perché nota delle piccole ambiguità, e quando capisce che tra la nuova arrivata e Kyle sta nascendo una relazione, rimane sconvolta. I tre tentano di stabilire tra loro un nuovo equilibrio, tollerandosi senza ferirsi, finché un giorno, inevitabilmente, la tragedia arriva a devastare le loro vite.
SCHEDA FILM

Regia: Steven Soderbergh

Attori: Debbie Doebereiner - Martha, Dustin James Ashley - Kyle, Misty Dawn Wilkins - Rose, Decker Moody - Ispettore Di Polizia, Kyle Smith - Jake, Omar Cowan - Papa' Di Martha, Laurie Lee - Madre Di Kyle, David Hubbard - Pastore, Steve Deem - Proprietario Negozio Di Pegni, A. Paul Brooks Jr. - Dottore, Daniel R. Christian - Supervisore In Fabbrica, Jeffrey R. Morris - Agente Morris, Dawn Hall - Manicure, Phyllis Workman, Ross Clegg, Thomas R. Davis - Agente Davis, Madison Wilkins - Jesse, Adam C. Anderson - Agente Anderson, Amanda Massey - Cameriera, Joyce Brookhart - Nipote Di Martha, Katherine Beaumier - Parrucchiera, Scott Smeeks - Agente Smeeks, Leonora K. Hornbeck - Proprietaria Negozio

Soggetto: Coleman Hough

Sceneggiatura: Coleman Hough

Fotografia: Steven Soderbergh

Musiche: Robert Pollard

Montaggio: Steven Soderbergh

Arredamento: Steven Soderbergh

Durata: 73

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: GREGORY JACOBS E STEVEN SODERBERGH PER SECTION EIGHT LTD., HDNET FILMS, 2929 PRODUCTIONS, MAGNOLIA PICTURES

Distribuzione: MEDIAFILM (2006)

Data uscita: 2006-05-12

NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA 62MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2005).

- IL FILM E' STATO REALIZZATO IN SOLE 3 SETTIMANE, IN DIGITALE E CON UN BUDGET RIDOTTO. GLI ATTORI SONO TUTTI NON PROTAGONISTI. SODERBERGH LI HA SCELTI TRA GLI ABITANTI DELLE CITTADINE DI PARKERSBURG E BELPRE, IN OHIO. TRA LE LOCATION ANCHE CASE VERE, L'OSPEDALE E LA PRIGIONE DELLE DUE CITTA'.
CRITICA
Dalle note di regia: Il titolo m'è balenato in testa un giorno, mentre passeggiavo: solo dopo ho capito il significato, era perfetto per describere qualcosa di delicto, di fragile com'è questa storia, precario come l'equilibrio che c'è nella relazione tra i due protagonisti.
E' il primo capitolo di un progetto che dovrebbe comprendere altri cinque film: "Resterà fissa la scelta di utilizzare non professionisti, e anche l'ambientazione in città che di solito non si vedono al cinema, come province un po' dimenticate. Temi e stili, invece, potranno essere di volta in volta diversi."
In America il film è uscito in sala e anche in DVD e nelle tv via cavo, a solo una settimana di distanza: "E' inutile negarlo. La tecnologia esiste e dobbiamo prenderne atto. Quindi mi sembra il momento giusto per non lasciarla solo in mani illegali, ma anzi provare a sfruttarla. Per questo tipo di film un po' sperimentali, uscire in simultanea con mezzi diversi potrebbe essere il modo migliore di arrivare a un pubblico più vasto, che in sala non andrebbe mai. (...) Ognuno li veda come vuole: quello che conta davvero resta il contenuto che riesci a metterci dentro."

"Produttore sagace, eccellente direttore di fotografia e sceneggiatore oltre che regista, Soderbergh non cessa di stupirci. Finora i suoi film 'antihollywoodiani' erano ispirati a una ricerca di tipo formale. Mentre con 'Bubble', girato in Ohio avvalendosi per il cast di gente del luogo, ha preferito registrare una triste realtà senza interferire in alcun modo per abbellirne la desolante superficie, ma attento a coglierne i palpiti segreti. Cosicché la visione di quest'opera poveristica e austera, che pure non pretende di imbastire un discorso psicologico né di essere assolutoria, ci aiuta a capire quello che nella pagine della cronaca spesso ci appare inspiegabile." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 3 settembre 2005)

"Steven Soderbergh stupisce ancora. Se molti talenti della sua generazione fanno di tutto per costruirsi un'immagine e difenderla, il regista-giocoliere di film come 'Traffic' e 'Ocean's Eleven' pratica da sempre una strategia opposta: cambiare ogni volta tono, genere, linguaggio e standard produttivo. Possibile che 'Sesso, bugie e videotape', 'L'inglese', 'Erin Brockovich', 'Solaris' e ora questo 'Bubble', siano tutti della stessa persona? Possibile, specie per Soderbergh, autore totale che non solo dirige, produce e spesso scrive i suoi film, ma li gira anche fisicamente, da operatore, con lo pseudonimo di Peter Andrews. Realizzato in digitale, a bassissimo costo, con attori non professionisti, 'Bubble' ha fatto rumore ancor prima di essere visto perché in America è uscito in simultanea nelle sale, in pay-tv, in dvd e su Internet. Dietro una scelta che sembra studiata per far imbestialire Hollywood ci sono i quattrini e la faccia tosta dei nuovi tycoon venuti da Internet come Mark Cuban e Todd Wagner, produttori anche di 'Good Night, and Good Luck', nonché proprietari della maggiore catena di cinema d'essai americani e di svariati canali tv dedicati ai film in digitale.
Ma c'è soprattutto il camaleontismo di Soderbergh che qui azzera ogni gusto dell'artificio e della finzione per darci un (finto) docu-horror dedicato alla faccia nascosta degli Usa, la faccia che Hollywood si incarica da sempre di cancellare o viceversa di riscattare a colpi di spettacolo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 maggio 2006)

"Con un modo narrativo asciuttissimo ed ellittico il film introduce rapidamente lo spettatore in un ambiente di vite faticose vissute tra fabbrica e case-roulotte in periferiche e anonime tristezze: ma le cose, i volti e i luoghi parlano da sé, senza sottolineature o condizionamenti di alcun genere. (...) La tristezza e il grigiore strazianti di panorami umani ed esistenza che sembrano non aver diritto ad alcuna aspettativa, e tantomeno a un briciolo di felicità, sono raccontati e rappresentanti con una sobrietà controllatissima, sorvegliatissima. Che è un grande pregio. Svetta sugli altri interpreti Debbie Doebereiner che dipinge nella sua Martha un mostro dal volto umano da ricordare." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 12 maggio 2006)

"Squarcio di vita americana impressionante, la provincia da piccola depressione, uno dei rari film Usa in cui ci sono operai e quasi quasi si pensa a Marx. Soderbegh, autore del serial 'Oceans eleven', si riscatta con la storia di un delitto senza causa nel Midwest popolato di gente infelice con e senza perché. Montato e fotografato magistralmente dal regista che si ispira all'iperrealismo di Hopper, il film in digitale promette che tra vita reale e psicologia esiste un contatto. Elettrico e micidiale. Con attori non professionisti, uscito in patria in simultanea in sala e home video, questo giallo è un miracolo espressivo di misura, inquadra senza parlare l'apatia morale di una società. Una tragedia americana, a suo modo romantica, in una fabbrica di bambole dove la malinconia confina con la nevrosi. Come jazz freddo, senza retorica: ma è tutto vero, tutto chiaro." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 maggio 2006)