Blackout

The Blackout

USA 1997
Il giovane Matty è una famosa star del cinema, da tempo dedito alla droga e all'alcool. Dopo un periodo di assenza, ritrova la sua ragazza, la francese Annie, e le chiede di sposarlo. Per tutta risposta, Annie gli rivela di essere stata incinta poco tempo prima ma di aver abortito senza dirgli niente, perché lui era sempre stato contrario alla famiglia. Matty va su tutte le furie, tronca la relazione, diventa sempre più dipendente dalla droga. In un bar conosce una giovanissima cameriera, Annie 2, che conduce alla festa nel night-club dell'amico Mickey, regista di film porno. Durante la notte, Matty perde il controllo di se stesso, Annie 2 cade nelle mani di Mickey. Passa un anno e mezzo, a New York. Matty non beve più e non si droga, esce con Susan che lo ama . Ma poi strane immagini cominciano a perseguitarlo. Torna allora in California, va al night di Mickey, vuole sapere che cosa è successo quella notte. Mickey cerca di respingerlo, ma alla fine i fatti vengono alla luce. Quella notte, Matty ha preso Annie 2, l'ha stretta forte, così forte fino a strozzarla ed ucciderla. La terribile verità sconvolge Matty, che ormai pensa di essere solo portatore di disgrazie. Sulla spiaggia, si avventura in mare e scompare nella notte.
SCHEDA FILM

Regia: Abel Ferrara

Attori: Matthew Modine - Matty, Claudia Schiffer - Susan, Béatrice Dalle - Annie 1, Sarah Lassez - Annie 2, Dennis Hopper - Mickey

Soggetto: Abel Ferrara, Christ Zois, Marla Hanson

Sceneggiatura: Christ Zois, Marla Hanson, Abel Ferrara

Fotografia: Ken Kelsch

Musiche: Joe Delia

Montaggio: Anthony Redman

Scenografia: Richard Hoover

Arredamento: Valarie Wise

Costumi: Melinda Eshelman

Effetti: John Patteson

Altri titoli:

Oscuramento

Durata: 95

Colore: C

Genere: THRILLER

Produzione: EDWARD E.PRESSMAN, CLAYTON TOWNSEND.

Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE - CECCHI GORI HOME VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE/NOVEMBRE 2000
CRITICA
"Belli e dannati, s'usa dire. Ma questo scomposto, delirante e onirico film è abitato soltanto da fantasmi di dannati. La cinepresa di Ferrara non risparmia nulla per deformare la Dalle, umiliare la Schiffer, rendere patetica la stupida commessa, vittima dello 'starsystem', devastare di lacrime, sudore e isteria Modine, rendere palpabile l'orrenda volgarità della videopornografia. Che cosa insegue Ferrara: un'impossibile purezza originaria? O per lui, come per Nietzsche, l'uomo è soltanto uno sbaglio di Dio o Dio soltanto uno sbaglio dell'uomo? E se 'Blackout' fosse vietato perché è un film religioso?". (Morando Morandini, 'Il giorno', 31 dicembre 1997)

"Il regista ha a disposizione una storia suggestiva: quella della doppia dipendenza di Matty da Annie e dalla droga. Però è deciso a non lavorare sulle convenzioni del thriller. Si abbandona, invece, ai simbolismi soggiacenti, racconta gli avvenimenti in modo più caotico che mai, alterna punti di vista e stili di regia senza ragione, farcisce il tutto con sequenze oniriche di gusto perlomeno discutibile. Malgrado i pezzi di bravura e le qualità visive che sopravvivono qua e là insomma, l'overdose di ambizione gli nuoce e gli impedisce di esprimere le sue qualità migliori: al punto da fargli imitare fuori tempo massimo il cinema francese degli Anni 70, e non il migliore. Del clima, questa volta, risente perfino la direzione degli attori, di solito ineccepibile in Ferrara. Fatto salvo Modine, che si tormenta con decoro in una situazione tanto incasinata, la bella Béatrice fatica a sostenere il ruolo di un oggetto d'amore che vale soprattutto per la propria assenza. Nella parte semi-autobiografica di Mickey, regista mefistofelico, Dennis Hopper centra qualche momento di autentico virtuosismo, ma cade più spesso nell'autoparodia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 28 dicembre 1997)