Basic Instinct 2 - Risk Addiction
Basic Instinct 2
USA - 2006
La scrittrice Catherine Tramell è ancora una volta nei guai con la giustizia, questa volta a Londra. Scotland Yard assegna il suo caso allo psicologo criminale Andrew Glass che ha il compito di valutarla. Andrew potrebbe essere finalmente l'uomo giusto. Catherine, però, riesce a coinnvolgere anche lui, come ha già fatto con Nick Curran, in un rischioso gioco di seduzione...
- Regia:
- Attori: - Catherine Tramell, - Dr. Andrew Glass, - Milena Gardosh, psicologa, - Roy Washburn, - Michael Tower, - Laney Ward, - Kevin Franks, - Peter Ristedes, , , , , , , , , , , ,
- Soggetto: Joe Eszterhas, Leora Barish, Henry Bean
- Sceneggiatura: Leora Barish, Henry Bean
- Fotografia: Gyula Pados
- Musiche: John Murphy, Jerry Goldsmith - Il tema musicale è di Jerry Goldsmith.
- Montaggio: John Scott (II)
- Scenografia: Norman Garwood
- Costumi: Beatrix Aruna Pasztor
- Effetti: Dave Eltham
- Durata: 113'
- Colore: C
- Genere: THRILLER
- Tratto da: personaggi creati da Joe Eszterhas
- Produzione: MORITZ BORMAN, MARIO KASSAR, ANDREW G. VAJNA PER C-2 PICTURES, INTERMEDIA FILMS, SONY PICTURES ENTERTAINMENT, IMF, KANZAMAN S.A.
- Distribuzione: WARNER BROS. ITALIA
- Data uscita 31 Marzo 2006
NOTE
- SEQUEL DEL FILM "BASIC INSTINCT" DIRETTO NEL 1992 DA PAUL VERHOEVEN.
CRITICA
"Ce ne sono state altre prima di Sharon Stone di fulgide, potentissime star del cinema che in realtà, a conti fatti, non ci hanno dato poi così tante interpretazioni di qualità memorabile (quante occasioni davvero importanti hanno avuto Sean Connery o Sophia Loren?). Ma nel caso di Sharon la sproporzione è particolarmente notevole: a parte 'Casinò' di Martin Scorsese che cosa rimane impresso nella memoria della sua carriera di attrice? La star, invece, occupa già un posto forse pari a quello di Marilyn Monroe." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 31 marzo 2006)
"A nome dei cinéfili intelligenti - ribadiamo intelligenti, non addottrinati o militanti - indirizziamo questa nostra (recensione) all'ultima star in circolazione, femme fatale a pieno titolo persino alla soglia dei cinquant'anni. Gentile Signora Sharon, continuiamo a non curarci di coloro che vorrebbero istruire il dibattito sulle sue qualità recitative: lei resta inimitabile e divina a prescindere, perché il cinema agisce in un territorio mitico-simbolico a statuto (artistico) speciale. Continuiamo altresì a considerare 'Basic Instinct' del '92 un ottimo thriller, capace, tra l'altro, di segnare in profondità lo stile e il gusto del cinema americano di fine secolo. Siamo consci, per di più, che le leggi del marketing hanno una loro logica stringente e che prendere di petto il sequel è stata, in fondo, una missione perfettamente in linea con le aspettative di tutti gli officianti. Non pretendevamo, insomma, che 'Basic Instinct 2 - Risk Addiction' risultasse credibile come un documentario sui pinguini ai gadget del filone e facesse razzia di Oscar, Leoni o Palme. Ciò detto e sottoscritto, dobbiamo assolutamente dirle che dall'accanito corpo a corpo col prototipo solo il suo carisma riesce a sopravvivere: ammaccato, smagrito, rifatto, attraversato da un'ombra d'impalpabile di autoironia, ma splendido-splendente proprio nell'impari sfida contro il film che produttori e sceneggiatori le hanno cucito addosso con imperdonabile perfidia." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 1 aprile 2006)
"A nome dei cinéfili intelligenti - ribadiamo intelligenti, non addottrinati o militanti - indirizziamo questa nostra (recensione) all'ultima star in circolazione, femme fatale a pieno titolo persino alla soglia dei cinquant'anni. Gentile Signora Sharon, continuiamo a non curarci di coloro che vorrebbero istruire il dibattito sulle sue qualità recitative: lei resta inimitabile e divina a prescindere, perché il cinema agisce in un territorio mitico-simbolico a statuto (artistico) speciale. Continuiamo altresì a considerare 'Basic Instinct' del '92 un ottimo thriller, capace, tra l'altro, di segnare in profondità lo stile e il gusto del cinema americano di fine secolo. Siamo consci, per di più, che le leggi del marketing hanno una loro logica stringente e che prendere di petto il sequel è stata, in fondo, una missione perfettamente in linea con le aspettative di tutti gli officianti. Non pretendevamo, insomma, che 'Basic Instinct 2 - Risk Addiction' risultasse credibile come un documentario sui pinguini ai gadget del filone e facesse razzia di Oscar, Leoni o Palme. Ciò detto e sottoscritto, dobbiamo assolutamente dirle che dall'accanito corpo a corpo col prototipo solo il suo carisma riesce a sopravvivere: ammaccato, smagrito, rifatto, attraversato da un'ombra d'impalpabile di autoironia, ma splendido-splendente proprio nell'impari sfida contro il film che produttori e sceneggiatori le hanno cucito addosso con imperdonabile perfidia." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 1 aprile 2006)