Barcelona

USA 1994
A Barcellona nella 1980, l'arrivo improvviso del cugino Fred Boynton, ufficiale della Sesta Flotta americana, scombina la vita di Ted Boynton, che rappresenta una ditta di motoristica di Chicago. Ted è deciso a frequentare ragazze anche brutte pur di trovare un ideale spirituale, mentre Fred disgustato dalle scritte antiamericane sui muri, tenta di modificarne il contenuto offensivo. Incontrata Marta Ferrer, che dopo una festa in maschera li porta in discoteca, conoscono Aurora Boval, brutta ma gentile che invita Ted ad un concerto di jazz, al quale si presenta invece la bionda e bella Montserrat, con la quale Ted intreccia una storia sentimentale, anche se è sconvolto dal fatto che lei sia fidanzata col giornalista di sinistra Ramon. Un attentato all' "United States Office" con la morte di un marinaio conferma il clima antiamericano, che alimenta le divergenze tra Fred e Ramon ad una festa. Ted caccia di casa Fred, che continua tra l'altro ad autoimprestarsi i suoi soldi, perché Montserrat verrà a vivere da lui: la donna però convinta da Ramon, si dilegua mentre Ted teme che il collega Taylor venga ad annunciargli il licenziamento invece costui gli annuncia che il capo sta male e Ted ha un incarico che gli fa fare la spola tra Chicago e Barcellona. Fred, accusato da Ramon per la sua infelice dichiarazione durante una festa di essere agente CIA, e sconvolto del tradimento di Marta, che tra l'altro si droga, viene ferito da un terrorista, e finisce in coma. Ted gli fa leggere libri da amici ed amiche, e conosce così Greta, una giovane bruttina ma molto gentile che, dopo l'improvviso risveglio di Fred, rimasto cieco di un occhio, vuole sposare.
SCHEDA FILM

Regia: Whit Stillman

Attori: Chris Eigeman - Fred Boynton, Taylor Nichols - Ted Boynton, Mira Sorvino - Marta Ferrer, Nuria Badia - Aurora Boval, Hellena Schmied - Greta, Tushka Bergen - Montserrat, Pep Munné - Ramon, Jack Gilpin, Thomas Gibson

Soggetto: Whit Stillman

Sceneggiatura: Whit Stillman

Fotografia: John Thomas (II)

Musiche: Mark Suozzo

Montaggio: Christopher Tellefsea

Scenografia: José María Botines

Costumi: Edi Giguere

Effetti: Michael Ventresco, Reyes Abades, Deborah Mann

Durata: 101

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: NORMALE

Produzione: WHIT STILLMAN

Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA (1995) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO (WINNERS)

CRITICA
"In 'Barcelona' intuisce alla grande (fors'anche perché ha sposato una catalana) le dinamiche socio-culturali e i luoghi comuni che attraggono e respingono vecchio e nuovo mondo: un Ivory postmoderno senza malinconie e balli in maschera. Il risultato è deliziosamente vago nel tocco, soave quando scivola nel melodramma, premuroso quando glissa sull'insostenibile leggerezza dell'amore, irriverente quando 'fa l'americano' e si prende gioco dei suoi connazionali (all'estero e non), volutamente provocatorio quando inneggia all'ingenua, inconsistente supremazia dell'hamburger sull'Occidente, cinico e ipocrita." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 7 aprile 1995)

"'Barcelona' è una commedia neo sofisticata con lezione di marketing incorporata, anche dei sentimenti; è un rincorrersi musicale di temi e chiacchiere, spesso notturne, su donne e peli di barba, con la partecipazione del Vecchio Testamento e del giornalismo liberal catalano; è un valzer, ma da discoteca, in cui ci si scambia le partner e ci si interroga sul verace sentimento d'inimicizia anti USA post franchista, mettendo le basi per i dubbi del domani. (?) Stillman, che cita come materiale pop 'El amigo americano' di Wenders, Donna Summer e Bobby Solo, intreccia perfettamente a doppio filo i vari temi. mantenendo una speciale grazia nei quartetti dei dialoghi un po' cinici, nei risvolti sentimentali e nella nostalghìa dei gringos in terra straniera. All'opera seconda Stillman si conferma un autore all'europea, con una personalità che lo porta ad indagare, prediligendo i giochi di squadra, le contraddizioni, il sapore dialettico e la satira dell'american way of life (e of think, di pensare). Non è un regista che faccia esibizionismi con la cinepresa. ma sa sempre dove sta il baricentro psicologico dell'inquadratura." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 10 aprile 1995)

"Certo, si tratta sempre di piccole cose, di piccoli caratteri e di piccoli temi ma li riscatta il fervore con cui il regista, rappresentandoli, li affida ad un racconto che prende vita e sapore proprio dalla loro piccolezza, trasformandola nella felice misura del film. I due protagonisti, Taylor Nichols e Christopher Eigeman, li abbiamo già incontrato in 'Metropolitan'; anche qui vivaci e spiritosi. Fra le donne cui si accompagnano, Mira Sorvino, Nuria Badia e Tushka Bergen, qualcuna senza glamour ma tutte cariche di schietta simpatia." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 9 aprile 1995)