Balla la mia canzone

Dance Me to My Song

AUSTRALIA 1998
Julia ha trent'anni, è affetta da un grave handicap dalla nascita, è inchiodata sulla sedia a rotelle ed ha un solo modo per farsi capire dagli altri: digitare quello che vuole dire su un sintetizzatore vocale. L'assistenza sociale ha affidato Julia a Madeline, che se ne occupa a modo suo: entra ed esce da casa senza un orario preciso, certe volte è cordiale e gentile ma più spesso scarica su Julia le tensioni delle proprie nevrosi. Madeline ha una vita sentimentale piuttosto instabile, non riesce a mantenere rapporti equilibrati, cambia spesso ragazzo e, quando ne trova uno nuovo non si fa scrupolo di portarlo a casa di Julia e di avere un rapporto anche davanti alla malata. Una mattina Julia, uscita nel giardinetto, ferma un giovane, Eddie, e lo convince ad entrare in casa. Eddie in qualche maniera è attratto dalla volontà e dalla caparbietà di Julia e torna a trovarla anche nei giorni successivi. Julia, seppur tra mille difficoltà, dà segnali di volere con Eddie un rapporto che vada oltre l'amicizia, ma quando anche Madeline lo conosce e pensa che potrebbe essere l'uomo giusto per lei, tra le due donne si crea una rivalità. Una sera, Madeline trova i due a letto e scarica su l'inerme Julia tutta la propria rabbia. Il gesto porterà al licenziamento di Madeline che cercherà vendetta, ma Julie verrà fortunatamente salvata da alcune amiche. Poi dall'estero tornerà Eddie e Julie sembrerà riacquistare felicità e voglia di vivere.
SCHEDA FILM

Regia: Rolf de Heer

Attori: Heather Rose - Julia, Joey Kennedy - Madelaine, John Brumpton - Eddie, Rena Owen - Rix, Danny Cowles - Joe, Phil MacPherson - Trev, Catherine Fitzgerald - Dogface, Susie Fraser - Assistente sociale, Carmel Johnson

Soggetto: Heather Rose, Frederick Stahi

Sceneggiatura: Heather Rose, Frederick Stahi, Rolf de Heer

Fotografia: Tony Clark

Musiche: Graham Tardif

Montaggio: Tania Nehme

Scenografia: Beverly Freeman

Costumi: Beverly Freeman

Durata: 102

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: ROLF DE HEER, DOMENICO PROCACCI E GIUSEPPE PEDERSOLI PER VERTIGO, FANDANGO, SMILE PRODUCTIONS

Distribuzione: LANTIA CINEMA & AUDIOVISIVI (1999)

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 51MO FESTIVAL DI CANNES (1998).
CRITICA
"Dopo l'exploit di 'Bad Boy Bubby' e l'esplorazione della psiche infantile in 'La stanza di Cloe', il coraggioso de Heer si mette al servizio di Heather Rose per un film da lei scritto e 'diretto', e perciò firmato da lei sui titoli di testa. In quanto tale - e nei suoi evidenti limiti di scrittura - è anche un manifesto politico, una rivendicazione dei diritti alla sessualità da parte di coloro che i normali ritengono incapaci voler fare l'amore". (Paolo Cherchi Usai, 'Segnocinema', settembre/ottobre 2000)