Avventura nel tempo

Biggles

GRAN BRETAGNA 1985
Il giovane americano Jim Ferguson dirige con successo una delle più prestigiose agenzie pubblicitarie del suo paese negli anni 80. Ma dopo il fortuito incontro con un misterioso individuo il comandante Raymond, viene inspiegabilmente catapultato in Francia, durante un temporale, in piena guerra 1917, e assiste all' esplosione di un biplano schiantatosi al suolo, dal quale è appena riuscito ad estrarre vivo il pilota inglese capitano Biggles della R.A.F. La missione del capitano Biggles è di individuare e distruggere un'arma segreta dei tedeschi, in grado di determinare un temibile futuro per l'Europa occidentale e l'America. Dopo un'interminabile serie di avventure incredibili, contrassegnate ad ogni temporale da un reciproco "passaggio nel tempo" di Ferguson verso il passato e di Biggles verso il futuro, la missione riesce. Catapultati ambedue un'ultima volta all'interno di una lussuosa residenza, si trovano di fronte, in alta uniforme di ufficiale della R.A.F., il Comandante Raymond, il quale spiega ai due che si è creato fra loro "un passagio temporale nei due sensi", perché essi si trovano legati da un'inspiegabile affinità, per cui il "passaggio nel tempo" avviene non appena uno dei due si trava in pericolo.
SCHEDA FILM

Regia: John Hough

Attori: Alan Polonsky, Alex Hyde-White - Comandante Raymond, Fiona Hutchison, Francesca Gonshaw, Marcus Gilbert, Neil Dickson - Jim Ferguson, William Hootkins, Peter Cushing

Sceneggiatura: Kent Walwin, John Groves

Fotografia: Ernest Vincze

Musiche: Stanislas Syrewicz

Montaggio: Richard Trevor

Scenografia: Terry Pritchard

Costumi: James Acheson

Effetti: David Harris (II), Craig Chandler, G.S.E. Ltd.

Durata: 89

Colore: C

Genere: FANTASY

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Tratto da: personaggi creati dal Cap. W.E. Johns (pseudonimo di W.E. Johns)

Produzione: COMPACT YELLOWBILL

Distribuzione: CHANCE FILM DISTRIBUZIONE (1987) - MULTIVISION

CRITICA
"'Avventura nel tempo' ('Biggles'), scritto da John Grose e Kent Walwin, e diretto da John
Hough, un vecchio artigiano del cinema horror, conta duelli fra aerei d'epoca, acrobazie sotto i ponti di Londra e nella baia di New York, frequenti puntate umoristiche, avventurose incursioni, e allude alla sfida celeberrima fra due assi realmente esistiti (Manfred von Richthofen, il 'Barone rosso', e il canadese Roy Brown) portata sullo schermo nel primi anni Settanta da Roger Corman. Con tutto ciò dilapida il piccolo patrimonio già raccolto dal cinema con i film sui buchi neri e sui viaggi a ritroso -basti citare 'Peggy Sue si è sposata'- ne fa merce da bancarella di libri usati, e soltanto Peter Cushing vi stende sopra un'ombra di mistero. Perchè il racconto è confuso, e ciò che colpisce nella recitazione degli altri attori non è la disinvoltura di Alex Hyde-White, il giovane Ferguson, ma la somiglianza fra il suo supposto gemello, Neil Dickson (reduce dal colosso televisivo 'Anno Domini'), e Fanny Ardant. Una Parentela insospettata..." ('Il Corriere della Sera')

"Comincia così il viaggio nel passato, con continui scarti e rimandi, una sorta di strano gioco ad incastro del quale non è facile comprendere le regole. Inoltre non c'è continuità, le proiezioni all'indietro di James avvengono nei momenti più imprevisti, in maniera tale che la sua vita ne resta sconvolta. Ma, pure in mezzo al caos che ne segue, con tutta una serie di grotteschi equivoci, James prosegue nel cammino a ritroso, unendosi al pilota ed alcuni suoi colleghi per scoprire e neutralizzare l'arma segreta dei tedeschi (altrimenti potrebbe cambiare il corso della storia). Una trama esagitata e spettacolare, con inevitabile lieto fine, caratterizza il film, che muove nel puro àmbito della fiction. Recitazione schematica e molto movimento, sul genere de 'I predatori dell'arca perduta', rendono il tutto gradevole, ma più ritmo nella regia (John Hough) e vivacità nell'interpretazione (Neil Dickson, Alex White ed il buon Peter Cushing, interprete di tanti horror film anni '60) non avrebbero guastato." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo')

"I momenti migliori sono quelli delle riconversioni temporali, sorvegliate da un demiurgo della grandezza di Peter Cushing; uno per tutti. L'atterraggio di John -asciugamano alla vita- sul tavolaccio di legno, imbandito e a croce, di un convento. Tutto il resto, dai volti e dalla recitazione dei giovani attori alle vicende guerresche che dovrebbero animare, sarebbe da rimandare indietro: come il protagonista di Avventura nel tempo, che nel finale viene definitivamente rubato alle insidie del presente (un matrimonio), dal suo gemello del passato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero')