Aurora

4/5
Agghiacciante ritratto di un assassino qualunque: Cristi Puiu riscrive la grammatica cinematografica al Certain Regard. E vince la scommessa

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SVIZZERA 2010
Viorel è un uomo silenzioso che si aggira per le aree desolate della periferia di Bucarest, guidato da oscuri pensieri. Quest'uomo di quarantadue anni attraverserà la città verso una meta che solo lui conosce, portando sempre con sé una doppietta calibro 12...
SCHEDA FILM

Regia: Cristi Puiu

Attori: Gelu Colceag - Sig. Livinski, Catrinel Dumitrescu - Sig.ra Livinski, Luminita Gheorghiu - Mioara Avram, Gheorghe Ifrim - Vicino, Valentin Popescu - Doru, Ileana Puiu - Olguta, Cristi Puiu - Viorel, Valeria Seciu - Pusa, Clara Voda - Gina

Sceneggiatura: Cristi Puiu

Fotografia: Viorel Sergovici

Montaggio: Ioachim Stroe

Durata: 181

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MANDRAGORA, COPRODUCTION OFFICE

NOTE
- IN CONCORSO AL 63. FESTIVAL DI CANNES (2010) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
CRITICA
"Intanto il patibolo, a Tehran, non smette di lavorare. A proposito di condanne a morte. Sempre al Certain Regard, la sezione di Godard, de Oliveira, Jia Zhan-ke, Trapero e Schmitz, un altro film della nuova generazione post-Ceausescu, filone anti-femminista, 'Aurora' di Cristi Puiu, 43 anni. Quasi tre ore di commedia striata di cupezza, di verismo da entomologo eccentrico, di colori pesti e di pestiferi monologhi 'ioneschiani', nella periferia ammorbante di Bucarest. (...) Nel frattempo tutto il cinema che conosciamo, con i suoi ritmi carezzevoli, il balletto delle psicologie semplificate, la geometria delle azioni consequenziali, viene messo a soqquadro. Il cinema ha pareti sporche e tappezzerie mal messe. Va ridata una bella manata di vernice. Soprattutto se la morale nietzschiana del film è: 'Non ci sono criminali, ma solamente persone che uccidono'. Non è un telefilm, è cinema del dettaglio anamorfico, che non rispetta le proporzioni tra la base e l'altezza dei sentimenti, quello rumeno." (Roberto Silvestri, 'Manifesto', 15 maggio 2010)

"L'etichetta 'Un Travis Bickle sotto valium' si applica bene a queste interminabili tre ore. Aggiungiamo che manca pure il taxi, oltre ai dialoghi. Una pistola compare dopo un'ora, serve un'altra mezz'ora prima che cechovianamente spari. A chi, non è chiaro. Altro sparo, altra incertezza sulle vittime. Esistenzialismo rumeno, in bilico tra il delitto gratuito e l'assassino dentro ognuno di noi." ('Il Foglio', 18 maggio 2010)