Audrey Rose

USA 1977
Nel corpo di Ivy Templeton, bambina undicenne, si è insediata l'anima di Audrey Rose, morta all'età di cinque anni in un incidente d'auto. Questo, perlomeno, è quel che sostiene il padre della defunta, Elliot Hoover, che un lungo soggiorno in India ha convertito alla dottrina della reincarnazione. L'insistenza, fastidiosa per i Templeton, con cui egli vuol dimostrare la sua tesi, costringe i genitori di Ivy a trascinare Hoover in tribunale. Per risolverlo, il giudice affida il caso a uno psichiatra, che, con l'ipnosi, accerta che Ivy è davvero la reincarnazione di Audrey Rose. Durante l'esperimento, purtroppo, Ivy muore, ma ora i suoi genitori, ormai convinti che Hoover aveva ragione e sanno che la sua anima non andrà perduta.
SCHEDA FILM

Regia: Robert Wise

Attori: Marsha Mason - Janice Templeton, Anthony Hopkins - Elliot Hoover, John Beck - Bill Templeton, Susan Swift - Ivy Templeton/Audrey Rose, Norman Lloyd - Dr. Steven Lipscomb, John Hillerman - Scott Velie, Robert Walden - Brice Mack, Philip Sterling - Giudice Harmon Langley, Ivy Jones - Mary Lou Sides, Stephen Pearlman - Russ Rothman

Soggetto: Frank Defelitta

Sceneggiatura: Frank De Felitta

Fotografia: Victor J. Kemper

Musiche: Michael Small

Montaggio: Carl Kress

Scenografia: Harry Horner

Costumi: Dorothy Jeakins

Effetti: Henry Millar Jr.

Durata: 115

Colore: C

Genere: DRAMMATICO HORROR

Specifiche tecniche: TECHNICOLOR, DELUXE

Tratto da: romanzo di Frank De Felitta

Produzione: JOE WIZAN, FRANK DE FELITTA PER STEROBCAR PRODUCTIONS

Distribuzione: UNITED ARTISTS - MGM HOME ENTERTAINMENT, WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)

CRITICA
"Il film, sceneggiato dallo stesso autore del romanzo, sostiene la possibilità della reincarnazione e per il fatto che vi credono 700 milioni di uomini e per la forza dell'episodio narrato (che è pura invenzione). Il regista, al quale va riconosciuto il merito di una realizzazione priva degli effettacci (abbastanza soliti in opere del genere), sembra avvalorare la tesi dello scrittore proprio a causa del registro realistico nel quale si è lodevolmente mantenuto." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 83, 1977)