Aspettando il sole

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Non bastano le forme della Incontrada e la zeppola di Garko: l'esordio di Ago Panini non lascia il segno

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ITALIA 2007
Nell'Hotel BelleVue, sotto lo sguardo vigile del concierge Santino, si incrociano i destini di vari personaggi: una troupe di film osé, un uomo in attesa della fidanzata, due balordi nullafacenti, un telebanditore di gioielli, due rapinatori, una coppia di amanti.
SCHEDA FILM

Regia: Ago Panini

Attori: Raoul Bova - Sig. Enea Chersi, Vanessa Incontrada - Kitty Galore, Gabriel Garko - Samuel, Claudia Gerini - Giulia, Rolando Ravello - Sig. Bonetti, Sergio Albelli - L'operatore, Thomas Trabacchi - Raul Verani, Raiz - Moreno, Giuseppe Cederna - Santino, Massimo De Lorenzo - Michele Magnifico, Corrado Fortuna - Coco, l'attore, Claudio Santamaria - Toni, Bebo Storti - Bibi, il regista, Alessandro Tiberi - Il piccolo, Michele Venitucci - Vicio, Guido Morozzi - Uomo nel bagno

Soggetto: Ago Panini

Sceneggiatura: Ago Panini, Enrico Remmert, Gero Giglio

Fotografia: Paolo Caimi

Musiche: Nicola Tescari

Montaggio: Antonio Di Peppo

Scenografia: Luca Merlini

Costumi: Roberto Chiocchi

Altri titoli:

Waiting for the Sun

Durata: 95

Colore: C

Genere: COMMEDIA NOIR

Produzione: LUCA FANFANI, CECILIA MAZZÀ E FRANCESCO PISTORIO PER LACASA, ROBERTO CICUTTO, LUIGI MUSINI, FRANCESCO MELZI D'ERIL E ALESSANDRO USAI PER MIKADO FILM

Distribuzione: MIKADO (2009)

Data uscita: 2009-02-20

TRAILER
NOTE
- PROIEZIONE SPECIALE AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (III EDIZIONE, 2008).
CRITICA
"Debutto d'un autore di spot, questo film si svolge tutto in una notte in unità di tempo, luogo e azione nell'ora del lupo, tentando di incasellare diversi destini ('Magnolia' all'italiana, piovono termiti). su traiettoria sociologica '80. (...) migliori i cattivi Santamaria e Venitucci, Bova e Incontrada vanno controcorrente. Finale catastrofico in cui non solo tutte le vacche sono nere, ma le termiti ci mangiano le fondamenta. Ambiziosa fiaba dark, apologo con voce tonante che punta il dito contro l'omologazione: tante grazie già abbiamo i primi catastrofici esiti." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 20 febbraio 2009)

"Se sia nato un nuovo regista aspettiamo a dirlo. Ma il caso merita attenzione. Panini ha già un corposo curriculum di spot commerciali e videoclip. (...) Complimenti al coro con una citazione speciale per Raoul Bova, Giuseppe Cederna, Bebo Storti. E al regista che, con qualche stucchevole scivolata cinéphile, tiene alta la bandiera dei professionisti (D'Alatri, Luchetti), che non hanno perso l'anima mettendo la creatività al servizio della vendita di automobili." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 20 febbraio 2009)

"Esordio di pretesa arty quello di Ago Panini che sembra ispirarsi al noir post moderno di Wenders, utilizzando un buon cast ma senza riuscire a trovare un ritmo interno, senza convincere, senza coinvolgere."(Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 20 febbraio 2009)

"Panini ha il merito di non buttarla in horror né in commedia, generi facili e abusati. Però a forza di mescolare registri e livelli, spunti ed interpreti, dialoghi e monologhi, suscita aspettative crescenti che poi finisce per lasciare inevase. Un'occasione colta a metà." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 febbraio 2009)

"Oggi c'è un gran fiorire di autori e collane (da Lucarelli a Dazzieri, da Carlotto a Fois), ma la sensazione è che (salvo taluni) fra qualche decennio di questa stagione del noir italiano rimarrà il calcolo editoriale, il luccichio sbiadito di una moda passata e qualche pagina importante di autori più necessari (vedi Carlotto e Fois). Se per la letteratura ancora c'è margine e legittimazione, nulla è venuto dal cinema. I film nati dalla moda 'noirista' sono spesso malriusciti tentativi di visualizzare un immaginario frainteso. 'Arrivederci, amore ciao' tratto da Carlotto, grida vendetta! Inefficace è 'La cura del gorilla' da Dazzieri. L'Infascelli di 'Almost Blue', tratto da Lucarelli, e 'Il siero della vanità' non ha fatto breccia, come anche il tentativo fallito del 'Quo Vadis Baby' di Salvatores. Chi si salva? 'L'imbalsamatore' di Garrone (che ha dietro il grande talento visivo di un regista unico), 'Romanzo criminale' di Michele Placido (non proprio un noir, bensì un romanzo storico), 'La ragazza del lago' di Andrea Molaioli. Il nero non si addice al cinema italiano... e la moda, come è noto, cambia ogni anno il colore dominante." (Dario Zonta, 'L'Unità', 20 febbraio 2009)