American Honey

1.5/5
Racconto di formazione on the road che attraversa tutto il Midwest: ma il diario di viaggio di Andrea Arnold ha ben poco da rivelare, in Concorso

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GRAN BRETAGNA 2015
Stati Uniti. L'adolescente Star decide di lasciare la propria famiglia disfunzionale per unirsi a un gruppo che vende porta a porta, in giro per il Midwest, abbonamenti alle riviste. La ragazza si trova immediatamente a suo agio nel gruppo, di cui fa parte anche Jake, adottandone lo stile di vita fatto di serate alcoliche, piccoli misfatti e storielle amorose...
SCHEDA FILM

Regia: Andrea Arnold

Attori: Sasha Lane - Star, Shia LaBeouf - Jake, Riley Keough - Krystal, Shawna Rae Moseley - Shaunte, Arielle Holmes - Pagan, Crystal B. Ice - Katness, Verronikah Ezell - QT, Chad McKenzie Cox - Billy, Garry Howell - Austin, Kenneth Kory Tucker - Sean, Raymond Coalson - JJ, Isaiah Stone - Kalium, Dakota Powers - Runt, McCaul Lombardi - Corey, Christopher David Wright - Riley, Summer Hunsaker - Kelsey, Brody Hunsaker - Rubin, Johnny Pierce II - Nathan, Chasity Hunsaker - Misty, Michael Hunsaker - Logan, Kaylin Mally - Destiny, Laura Kirk - Laura, Bruce Gregory - Mitchell, Will Patton - Backseat

Sceneggiatura: Andrea Arnold

Fotografia: Robbie Ryan

Montaggio: Joe Bini

Scenografia: Kelly McGehee

Arredamento: Graham Wichman

Costumi: Alex Bovaird

Effetti: MadlyFX

Durata: 163

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MAVEN PICTURES, FILM4, BFI, IN COLLABORAZIONE CON PARTS & LABOR, PULSE FILMS

NOTE
- PREMIO DELLA GIURIA E MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA ECUMENICA AL 69. FESTIVAL DI CANNES (2016).
CRITICA
"'American Honey', dolcezza americana che ha un gusto beffardo nello skyline di ragazzini soli, generazioni condannate alla marginalità, abusati da padri violenti e madri indifferenti, adulti rapaci, economie precarie. Il solo rifugio è l'on the road che se negli anni Settanta era il mito della libertà nel film di Andrea Arnold appare come una nuova schiavitù nel segno del capitalismo. Fare soldi è il credo della setta che li raccoglie questi ragazzi perduti senza nessun Peter Pan. Al massimo un seduttore furbo, il «migliore dei venditori» che sa cogliere la disperazione negli occhi di una ragazzina sola. Potenziale venditrice pronta a tutto e forza lavoro per il nuovo liberismo delle economie mobili. (...) Arnold insegue il motivo della ballata classica in chiave contemporanea nei paesaggi americani del midwest white trash di miseria, crack, pollo marcio Ogm recuperato dalla spazzatura, scritta sul corpo esuberante della giovane protagonista Star - la ventenne Sasha Lane che Arnold ha trovato per caso su una spiaggia californiana durante la preparazione del film - che la madre ha lasciato coi due fratellini e un molesto ex. (...) L'europeo che racconta l'America fallisce sempre mi dice un amico americano. Già. Ma forse in questo catalogo di fast food e pozzi petroliferi il fatto che Arnold sia inglese non è il principale problema. Quello che infastidisce è lo sfoggio di una presunta radicalità di intenti - compresa la scelta del formato 1.33:1 quasi a esasperare la solitudine disperata dei personaggi - che maschera una visione americana, o forse ancora meglio del presente parecchio contraffatta. Tutto è li, sotto ai nostri occhi, e nell'intento di rovesciare il mito americano in un falso movimento senza futuro - (la citazione di Springsteen è un colpo basso) Arnold confeziona un pacchetto precotto di istantanee comuni. Non solo nel mostrare le sue ispirazioni (si pensa ovviamente a Korine ma anche a un certo Robert Frank) ma soprattutto nel disegno dei suoi personaggi, figurine senza affetto funzionali al progetto del suo film. Sasha Lane poteva essere magnifica, è un gran corpo di energia, ma Arnold la condanna a una sola direzione. Monocorde come quella di un racconto che il contemporaneo lo traduce in cartolina. Non c'è inquietudine ma solo certezza. Tutto è proprio come lo sapevamo già." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 24 maggio 2016)

"(...) stucchevolezza on the road made in Usa." (Stenio Solinas, 'Il Giornale', 19 maggio 2016)