Agents secrets

Dalla Francia senza ardore: un giorno da spie con Monica Bellucci e Vincent Cassel

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SPAGNA 2004
Due agenti segreti spostandosi tra Spagna, Francia e Marocco, cercano di carpire informazioni su un traffico di armi e diamanti fra l'Africa e l'Europa.
SCHEDA FILM

Regia: Frédéric Schoendoerffer

Attori: Vincent Cassel - Brisseau, Monica Bellucci - Barbara/Lisa, André Dussollier - Colonnello Grasset, Charles Berling - Eugene, Bruno Todeschini - Uomo Magro, Sergio Peris-Mencheta - Raymond, Ludovic Schoendoerffer - Loic, Éric Savin - Tony, Serge Avédikian - Igor Lipovsky, Gabrielle Lazure - Veronique Lipovsky

Sceneggiatura: Yann Brion, Jean Cosmos, Olivier Douyère, Frédéric Schoendoerffer, Ludovic Schoendoerffer

Fotografia: Jean-Pierre Sauvaire

Musiche: Bruno Coulais

Montaggio: Irene Blecua

Scenografia: Jean-Baptiste Poirot

Costumi: Nicole Ferrari, Virginie Montel

Durata: 109

Colore: C

Genere: THRILLER

Produzione: ERIC NEVE PER LA CHAUVE SOURIS, V1 FILMS PRODUCTIONS,

Distribuzione: MEDUSA DISTRIBUZIONE

Data uscita: 2004-11-05

NOTE
- GIRATO A CASABLANCA, PARIGI, GINEVRA E MADRID.
CRITICA
"Deciso a mistificare il rutilante mondo di Bond, il regista Schoendoerffer introduce lo spettatore in un universo misterioso, parallelo, dai contorni incerti ma dove spirano continuamente il sentimento del pericolo e un senso di sorda minaccia. Azione e stasi si alternano in questo thriller minuzioso, raffreddato e paranoico, dove anche i silenzi si caricano di senso. Ciò che si può rimproverare ad 'Agenti segreti' è di voler spingere la premessa fino alle estreme conseguenze, dando forma a un film senza trucco ma distante, privo di artifici ma anche di emozioni." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 29 maggio 2004)

"Spionaggio di convenzionale autenticità, meticoloso e talvolta frenato, 'Agents secrets' di Frédéric Schoendoerfer, colpisce per quel raccontare in stile anni Sessanta, kung-fu escluso, consentendo agli spettatori di capire praticamente tutto, al contrario di certi recenti complicati plot spionistici. (...) In un tutti contro tutti, intelligence americana compresa, la vicenda si trasforma in thriller, con pestaggi, gimcane automobilistiche, doppi e tripli giochi, senza che il regista perda la testa. Un discreto esercizio narrativo, che non annoia, con due presenza forti come Cassel e la Bellocci, che qualcuno si ostina a denigrare ingiustamente." (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 5 novembre 2004)

"Dopo una sequenza iniziale movimentata, 'Agents secrets' sceglie il partito preso dell'attesa e dell'inazione, lasciano però che una sorda minaccia, prossima alla paranoia, si diffonda sulle immagini. Mentre seguiamo le sorti di due personaggi vicini al punto di rottura, in un racconto freddo come un pezzo di ghiaccio, troviamo accettabile che la recitazione di Cassel e Bellocci si improntata all'inespressività (cosa che riesce piuttosto bene a entrambi). (...) Saremo viziati dai troppi, movimentatissimi film di spionaggio visti da James Bond in giù? Sia quel che sia, questa storia programmaticamente spoglia di suspense e di tensione ci lascia insoddisfatti, come in credito d'emozioni." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 novembre 2004)

"Chi non vorrebbe per i propri bambini una baby-sitter bella e dolce come Monica Bellucci? (...) In Francia questo film di Frédéric Schoendoerffer è stato accolto bene, ma è raccontato male; e costituisce una scelta poco illuminata dei coniugi Cassel, lui costretto a pazzesche acrobazie per giustificare la propria presenza, lei surgelata dietro una sola espressione". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 6 novembre 2004)

"Sarà perché ormai si sente tanto francese quanto italiana, sarà perché i cineasti d'Oltralpe la utilizzano meglio come icona riducendo al minimo i dialoghi, sarà perché si sente più sicura per la presenza del marito Vincent Cassel, anche quando i due non recitano insieme. Certo è che Monica Bellucci nel cinema francese ha un buon rendimento. In questo 'Agents secrets' Frédéric Schoendoerffer sfrutta con misura e abilità il glamour della coppia Cassel-Bellucci lavorando molto sugli sguardi magnetici di entrambi, piegando la seduzione al mistero delle spie, finalizzando il fascino alle regole di una vita spericolata. (...) Il regista parte dallo schema del film spionistico per ribaltare lo stereotipo alla 007, per privilegiare l'aspetto realistico del genere, per subordinare l'azione, le scazzottate, gli inseguimenti ai problemi e ai rischi del mestiere di spia. Un buon noir nel segno dei maestri del filone Chabrol e Melville, un film freddo di/sull'attesa, denso di silenzi e sospensioni che alludono a una minaccia incombente. Non mancano le sequenze spettacolari, ma il regista le diluisce nel plot approfondendo le implicazioni psicologiche ed esistenziali e decostruendo la suspense." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 6 novembre 2004)