A mano disarmata

3/5
Un’eroina poco borghese, Federica Angeli: incarnata da Claudia Gerini, ritratta da Claudio Bonivento, una quotidianità senza filtri

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ITALIA 2019
Da cronista dell'edizione romana di "La Repubblica", Federica Angeli prende in mano la sua vita e decide di usarla, senza risparmio, in una causa civile: la lotta ai clan mafiosi che infestano Ostia. La sua arma è - e sarà sempre - la penna. Il film racconta le tappe della sua sfida alla malavita, iniziata nel 2013 e non ancora finita, senza mai dimenticare la sua dimensione di donna, madre e moglie: il coraggio e la paura, la solitudine e la solidarietà, la disperazione e l'entusiasmo per una battaglia combattuta a viso aperto.
SCHEDA FILM

Regia: Claudio Bonivento

Attori: Claudia Gerini - Federica Angeli, giornalista, Francesco Venditti - Massimo Coluzzi, Mirko Frezza - Calogero Costa, Francesco Pannofino - Riccardo Torrisi, Rodolfo Laganà - Rocco Costa, Gaetano Amato - Matteo Martella, Nini Salerno - Maresciallo, Giorgio Gobbi - Peppe, Emanuela Fanelli - Chiara Colombo, Milena Mancini - Alessia Angeli, Maurizio Mattioli - Guido Serra, Massimo De Francovich - Egidio Angeli, Claudio Vanni

Soggetto: Domitilla Shaula Di Pietro

Sceneggiatura: Domitilla Shaula Di Pietro, Federica Angeli - collaborazione

Fotografia: Maurizio Dell'Orco

Musiche: Mirkoeilcane

Montaggio: Roberto Siciliano

Scenografia: Federica Di Stefano

Costumi: Agata Cannizzaro

Suono: Candido Raini - presa diretta

Durata: 107

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: libro autobiografico di Federica Angeli (Ed. Baldini+Castoldi)

Produzione: ANDREA DI NARDO PER LASER DIGITAL FILM CON RAI CINEMA

Distribuzione: EAGLE PICTURES

Data uscita: 2019-06-06

TRAILER
NOTE
- IL FILM SOSTIENE IL PROGETTO "MOVIEMENT - AL CINEMA. TUTTO L'ANNO".

- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO.

- PRODUTTORE ESECUTIVO: VERONICA D'ALOISI.

- NASTRO D'ARGENTO PER LA LEGALITÀ 2019.
CRITICA
"(...) Claudio Bonivento, con spirito sociale, denuncia i fatti, le paure, le connivenze come in un film la cui destinazione è la tv, per diffusione a largo raggio di una vergogna nazionale che ha avuto un provvisorio happy end col processo, il 6 giugno 2018, ai malavitosi. Grazie anche all'impegno di Claudia Gerini e alle pagine del libro di Angeli, il film è una sempre utile lezione di coraggio civile in un momento in cui è massimamente utile, inquadrando il grave problema del rapporto tra pubblico e privato." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 6 giugno 2019)

"(...) Nel film di Claudio Bonivento 'A mano disarmata', Claudia Gerini riesce a rendere le diverse sfaccettature di una personalità esemplare. Una donna a tutto campo, tenera con i figli, implacabile con i delinquenti, appassionata con il marito, inarrestabile nel lavoro. Una donna vera, non un'eroina con l'aureola. La verità fa male, l'importante è raccontarla con onestà e coerenza. Senza perdere mai il contatto con le cose semplici, quelle per cui si lotta." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 6 giugno 2019)

"(...) Sulla carta tutto perfetto: storia vera, eroina civile, un grande cineasta, prima possente produttore negli '80 poi anche bravo regista dai '90,come Bonivento affiancato dalla Gerini come star assoluta. Peccato che sullo schermo il risultato finale sia troppo fiacco e confuso. Da questi talenti ci aspettavamo di più." (Francesco Alò, 'Il Messaggero'. 6 giugno 2019)

"Il film su Federica Angeli (resa bene da Claudia Gerini), la giornalista di Repubblica divenuta, suo malgrado, famosa per aver denunciato, per prima, con i suoi articoli, i clan mafiosi che governavano Ostia. (...) La pellicola cerca di raccontare tutto questo e, in particolare, la reazione, spesso imprevedibile, di parenti, amici, conoscenti. Peccato quel taglio troppo da fiction, dialoghi compresi e l'inutile voce fuori campo." (A.S., 'Il Giornale', 6 giugno 2019)

"Con «A mano disarmata» il versatile e pugnace Bonivento si conferma tra i pochi professionisti italiani votati al buon cinema di genere. (...) La Gerini si cala anima e corpo nel ruolo (...), giovandosi del ritmo serrato del copione, rivisto da Shaula Di Pietro, e del resto del cast solido e credibile, ma scontando il compiacimento con cui s'esalta una donna «nata per fare la rivoluzione e dire la verità», il carisma un po' abusivo attribuito al noto quotidiano su cui tutt'ora scrive e il tono declamatorio che mitiga alquanto il pathos epico." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 15 giugno 2019)