Riccardo Napolitano

NAPOLI (Italia)

ROMA (Italia)

Inserendosi nel clima di fervore culturale che attraversa l'Italia a partire dagli anni '50, Riccardo Napolitano fonda il Circolo del Cinema di Napoli, e nel 1958 entra nel Consiglio Direttivo Nazionale della Federazione Italiana Circoli del Cinema (FICC). Di questa associazione, riconosciuta dal Ministero Turismo e Spettacolo, diventa negli anni un punto di riferimento fondamentale, venendo eletto Presidente nel 1972 e conservando la carica fino al 1993, anno della morte. Con questo ruolo partecipa e dà forte impulso alle battaglie che le associazioni culturali dei circoli del cinema intraprendo per modificare e modernizzare la Legge sul Cinema (la n°1213 del 4 novembre 1965), soprattutto in quelle parti che si pongono come ostacolo ad un uso più dinamico della circolazione del film nell'ottica non commerciale e no profit. Napolitano partecipa a vari incontri in sede ministeriale, con stesura di documenti, proposte e progetti di legge. Molto vicino al fenomeno neorealista, matura negli anni una spiccata propensione per un realismo asciutto e dinamico, per un modo di accostare la cinepresa come specchio della 'verità' quotidiana. Dopo la metà degli anni Sessanta passa alla regia, firmando una serie di documentari a partire da "1904, n°36" (1967). A questo seguono "Una moda al giorno" (1969), "Dell'assuefazione" (1970), "Disoccupato" (1971), "Funerale verde" (1971). Tutti lavori nei quali l'autore dà spazio ad una vena autentica e grintosa di denuncia, nel solco di quel cinema sociale della realtà, tanto importante quanto penalizzato nei rapporti con il pubblico da una strisciante e dura censura di mercato. Come cofondatore, partecipa attivamente alle iniziative dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Muore nel 1993 e ai suoi funerali interviene con commossa partecipazione il fratello Giorgio, Capo dello Stato dal 2006 al 2013. Nel 2009 la Mostra del cinema di Venezia, insieme alla FICC gli ha reso omaggio, con un convegno di due giorni e la proiezione di quattro suoi documentari nella sezione "Questi fantasmi".