Aleksej GermanAleksej Jurevic German

Noto anche come: Aleksey German, A. German, Alexei Gierman, Alexei German, Aleksei Gherman, Alexey Guerman, Aleksei Yuryevich German

S. PIETROBURGO ex Leningrado (Russia ex USSR), 20 giugno, 1938

S. PIETROBURGO (Russia), 21 febbraio, 2013

Regista, sceneggiatore e attore. Figlio dello sceneggiatore Yuri German, studia con Grigori Kozintsev al Leningrad State Institute of Theater, Music, and Cinema, dove consegue la laurea nel 1960. Nel 1964 inizia a lavorare per la Lenfilm Studios dove, quattro anni dopo, assiste Grigori Aronov nella regia di "Sedmoy Sputnik". Debutta alla regia solo nel 1971, anno in cui dirige "Proverka na Dorogakh" ("Trial of the Road"), tratto da un soggetto scritto dal padre Yuri, che racconta la dolorosa vicenda di un soldato tedesco che, durante la Seconda Guerra Mondiale, catturato dall'Armata Rossa, tenta di dimostrare le sue origini russe. Girato in bianco e nero, il film viene censurato dal regime comunista - uscirà solo nel 1986 grazie alla Perestroika gorbacheviana - ma riesce ad essere distribuito in Europa, dove ottiene un enorme successo di critica. La pellicola, che suscita il furore della Commissione di Stato per la Cinematografia, causa il suo licenziamento dalla Lenfilm Studios, dove non viene mai formalmente reintegrato. Il suo secondo lungometraggio, "Dvadtsat Dney Bez Voyny" ("Twenty Days Without War", 1977), proiettato sia nelle sale dell'Unione Sovietica, sia all'estero, trova il consenso di critica e pubblico. Come i suoi primi due lavori, anche il terzo film da lui diretto, "Moy Drug Ivan Lapshin" ("My Friend Ivan Lapshin", 1986) riscontra problemi a livello produttivo, distributivo e censorio. Il film, considerato uno dei capolavori sovietici di tutti i tempi, ricostruisce il clima staliniano degli anni Trenta. Nel 1990 è membro della giuria al 43° Festival di Cannes. "Khrustalyov, Mashinu!" ("Khrustalyov, My Car!", 1998), il suo quarto e ultimo lungometraggio, viene presentato in competizione al 51° Festival di Cannes. Dal 1980 lavora inoltre come attore cinematografico e televisivo. Nonostante abbia realizzato solo sei film nel corso di una carriera lunga oltre 40 anni, è considerato da molti critici, cinefili e spettatori russi come la più importante figura della cinematografia nazionale dopo Andrei Tarkovsky. È il padre del regista russo Aleksei German Jr., vincitore, con "Bumazhnyi soldat" (2008), del Leone d'Argento per la miglior regia alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Muore all'età di 74 anni.