Un giovane regista esordiente, l’amico di sempre direttore di produzione e un’affascinante collega francese esperta di casting: ad attendere i tre, uno spot pubblicitario da girare in Costa Azzurra. La prima importante esperienza lavorativa del terzetto, tuttavia, si trasforma ben presto in un viaggio dolceamaro, che non disdegna una svolta “gialla”, attraverso la difficoltà di diventare adulti, di esserlo al tempo della crisi economica e degli ideali.

Su questi presupposti poggia Wax, We Are the X, scritto e diretto da Lorenzo Corvino, anche lui esordiente come i suoi personaggi, come una rivisitazione di Jules e Jim in versione 2.0 e in salsa pubblicitaria. La generazione nata tra il ’60 e l’80, la generazione X dei “sacrificabili” alle logiche bieche del mercato, diciamolo pure, ha ben poco a che fare con la gioventù sbarazzina della Nouvelle Vague; l’una sta all’altra come la pellicola all’iPhone (con cui è stata girata buona parte del nostro film), due modi agli antipodi di intendere la vita nonché il cinema che, della prima, è o dovrebbe essere specchio.

Così, in Wax il triangolo amoroso non scalda il cuore e l’attacco diretto all’establishment suona troppo programmatico e generico per essere credibile.