Uno scrittore premio Pulitzer, Michael (Liam Neeson), è rintanato in una lussuosa camera d'albergo a Parigi per finire il suo ultimo libro: moglie (Kim Basinger) mollata da poco, se la fa burrascosamente con la giovane e arguta collega Anna (Oliva Wilde)...Nel frattempo, il truffaldino Scott (Adrien Brody) è a Roma per impossessarsi degli schizzi di famose case di moda. Si imbatte in Monika (Moran Atias), bellissima gitana, che sta cercando di riabbracciare la propria bambina, ma… Di figlia in figlio, a New York Julia (Mila Kunis), ex attrice di soap opera, è impegnata nella battaglia legale per la custodia del figlio di sei anni contro l'ex marito Rick (James Franco), famoso artista. L'avvocato di Julia, Theresa (Maria Bello), forse ha la soluzione buona… Vi ricordate Paul Haggis, canadese, classe 1953, eccellente sceneggiatore (nomination agli Academy Awards per Crash, Lettere da Iwo Jima e Million Dollar Baby), quindi regista, premio Oscar (2005) per lo script di Crash (2005), da lui diretto, che vinse anche la statuetta del miglior film? Dietro la macchina da presa ha continuato con Nella valle di Elah (2007), The Next Three Days (2010) e, appunto, questo Third Person (2013), che evoca il triangolo con lo stesso sentimento insito in ogni storia d'amore. Ciascuna storia, qui, dovrebbe riverberarsi nell'altra e illuminarla, spiegarla, ma così non è: ambiziosa e confusa, la partitura narrativa e drammaturgica fa crash con l'intelligibilità, sicuramente con l'interesse. Non ce ne frega quasi nulla di questi tira, molla e strappa amorosi, di questi coppia & scoppia, rimangono solo le buone prove attoriali - Neeson, Atias e Kunis – e i cammei dei “nostri”, da Scamarcio a Marchioni, ma soprattutto una certezza: tanta scrittura per nulla, caro Haggis.