New York, Eleanor Rigby (Jessica Chastain, ma scoprite da dove viene il nome…) e Conor Ludlow (James McAvoy) si amano, stanno insieme, sono felici. Finché un rovescio della vita non li abbatte: si lasciano, lei torna dai suoi, sorella un po' gigina, padre intellettuale (William Hurt), madre francese con il calice sempre in mano (Isabelle Huppert). Lui non se ne fa una ragione, la tallona, si fa investire per lei. E, pure lui, torna dal padre, un ristoratore di successo che il figlio non sa replicare. Ma, forse, non è finita tra Eleanor e Conor, non può finire, perché la morte non risolve, e nemmeno il tentato suicidio. Eleanor riprende gli studi – aveva mollato la tesi in antropologia sulla scena artistica della Ville Lumiere – e fa amicizia con la professoressa Friedman (Viola Davis), ma fatica a chiedere aiuto, a chiedere ad altri la via per la felicità perduta…Opera prima di Ned Benson, è The Disappearance of Eleanor Rigby, al Certain Regard: ottimi gli attori, delicatissimo il tema, l'amore ai tempi dell'elaborazione del lutto, dramedy il registro, un esordio convincente, ma forse più nelle disponibilità – dal cast alla crew – che nell'estro poetico, la scansione drammaturgica, le scelte stilistiche. Producono i Weinstein, Ned Benson si farà, non incensiamolo più del dovuto: del resto, il tira e molla di 500 giorni insieme non lo batte nessuno. Nemmeno lui.