22 febbraio 1974, Baltimore International Airport, USA: un uomo entra nel terminal, in una finta protesi alla gamba nasconde una pistola. È Samuel J. Bicke (Sean Penn), 44 anni spesi senza riuscire ad agguantare nemmeno un frammento del sogno americano: la moglie (Naomi Watts) l'ha lasciato, il fratello gli ostenta il proprio successo, il lavoro da venditore lo repelle, la banca gli nega un finanziamento per aprire un'attività da gommista con l'amico nero Bonny (Don Cheadle). Che fare? Passare all'azione puntando il mirino del proprio disgusto morale in alto, molto in alto, ovvero al presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, l'uomo che per due volte ha ingannato il popolo con la promessa di ritirarsi dal Vietnam. In un magnetofono Bicke registra le proprie paranoiche intenzioni e le spedisce al compositore Leonard Bernstein perché questi possa spiegare al mondo le ragioni della sua risoluzione. Ispirato alla storia vera del commerciante di mobili Sam Bicke che nel 1974 tentò di uccidere il 37° presidente, The Assassination diretto dal giovane Niels Mueller e prodotto da Alfonso Cuaron e Leonardo Di Caprio pone di fronte alla camera un loser straordinariamente interpretato da Sean Penn. La sua lotta donchisciottesca si rivolge alla corruzione materiale, alla putrescenza morale e alla disonestà intellettuale che stanno ammorbando la sua vita e quella del Paese di tanti, troppi self-made men. Il vero Sam Bicke mancò l'obiettivo e Nixon fu spazzato via dallo scandalo Watergate, ma poco importa. La verità di The Assassination è un'altra: anche gli ultimi nel loro piccolo s'incazzano.