Dopo Isole e L’amore non basta, Stefano Chiantini prosegue il suo cammino esplorando le dinamiche umane calate in territori destinati alla trasformazione. Stavolta non solo da un punto di vista sociale, ma anche geologico. Lo spunto è dato dall’imponente “Variante di Valico” – progetto ormai da dieci anni in costruzione – che, anziché risolvere i problemi della A1, ha messo a rischio la sopravvivenza di alcuni piccoli paesini, tra cui Ripoli (ai cittadini del quale il film è dedicato). Il film, pur senza mai menzionare il luogo, ci porta lì seguendo la storia di Thomas (Giallini), rocciatore rimasto senza impiego dopo una tragedia avvenuta in un precedente cantiere in cui lavorava.

L’uomo, una famiglia da mantenere, si ritrova suo malgrado a dover accettare questo nuovo incarico. Ma ben presto, in quel paesino abruzzese, le ragioni degli abitanti (su tutti, un anziano geometra e una maestra d’asilo, Colangeli e Sansa) – “sospesi” anche loro in un luogo che a causa di quei lavori rischia di sgretolarsi sotto i loro piedi – incominciano a fare breccia nella corazza di Thomas, e del giovane collega che lo affianca (Tiberi). Un film dignitoso, con poche cose fuori posto, che ribadisce l’importanza degli uomini di fronte agli intrallazzi e alle meschinità dei potenti. Alle Giornate degli Autori di Venezia 2015.