Diretto da Orazio Guarino con protagonista il leader dei Malfunk Marco Cocci (Ovosodo, L'ultimo bacio, I più grandi di tutti),  Sp1ral racconta la storia di Matteo Moella, un regista controverso ma di successo. Matteo vive e lavora a New York dove è anche in riabilitazione per curare il disturbo borderline di cui soffre da anni. Improvvisamente, una telefonata dall'Italia lo avverte della morte del padre. Matteo lascia New York e la sua vita per tornare al paese dove è cresciuto e alla casa al mare che il padre gli ha lasciato. La spiaggia della sua infanzia diventa il suo rifugio, inaccessibile a tutti tranne che ad Alice, una giovane e bella ragazza, che sembrerebbe aprire una breccia nel muro che Matteo ha eretto tra lui e il resto del mondo. Ma i suoi fantasmi, sempre presenti, lo trascinano di nuovo in una spirale di ricordi e ossessioni da cui sarà sempre più difficile uscire.

Affiancato sul set da Valeria Nardilli, Michele Bevilacqua, Cristina Puccinelli, Mariagrazia Pompei, Giorgio Consoli, Stefano Skolkotos e Angelo Del Vecchio, Cocci trascina, attraverso il suo personaggio, il pubblico in una spirale (come da titolo), non solo di tristi ricordi e ossessioni, ma di dipendenza. Il protagonista di questo film è un uomo che non riesce a guardare avanti, vivendo la sua esistenza restando ancorato a un passato cupo, dal quale non riesce a prendere le distanze. Affrontando temi rilevanti (solitudine, droga, alcol..) e seguendo uno script impegnato, il film di Guarino sembrerebbe strizzare l'occhio a pellicole recenti e datate, confinate nel filone droga-movies o a titoli aventi per focus il disagio sociale. L'intervento nella vita del protagonista di Alice, così come il tema della droga, sembra, a tratti, richiamare lontanamente il recente cult firmato Caligari Non essere cattivo.

La prova degli attori, ad eccezione di Cocci, non è il punto di forza del film, esaltato in compenso da una discreta fotografia e dalle belle musiche di Rocco Cavalera. Girato a Sava (TA), paese d'origine del regista, il film si avvale di location e inquadrature degne di nota, ma questo non basta a renderlo originale all'interno di un territorio già ampiamente esplorato da diversi cineasti dediti al genere. Guarino non aggiunge molto nel panorama indipendente con questi 95' scanditi perlopiù da voci fuori campo e lunghi monologhi del protagonista, anche se nel complesso Sp1ral riesce a non distogliere l’attenzione dello spettatore, rendendolo protagonista di un dramma esistenziale duro e realistico. Cocci ancora una volta conferma le sue spiccate doti attoriali.