"Ci sono cose che devo fare che tu non puoi capire. Tu capisci i vini, la letteratura, i film, ma non capisci il mio destino". Quello dell'uomo comune, ovvero di Miles (Paul Giamatti), romanziere frustrato, amante del vino e in depressione post-divorzio, e Jack (Thomas Haden Church), attore fallito e seduttore infallibile. Questa strana coppia, in viaggio tra i vigneti della Santa Ynez Valley la settimana prima del matrimonio di Jack, è al centro del quarto lungometraggio di Alexander Payne, Sideways. Commedia agrodolce, in cui si fondono gli ultimi sogni rimasti a uomini di mezza età e il carburante che li alimenta: un Pinot perfetto per il palato raffinato di Miles, un Merlot qualsiasi per Jack. Su questi bicchieri si poggiano anche labbra femminili, quelle della vinicultrice Stephanie (Sandra Oh), di cui Jack si innamora repentinamente, e quelle di Maya (Virginia Madsen), cameriera amante del vino. Degustazione collettiva, a cui i cinque protagonisti (i quattro attori e il vino) invitano lo spettatore: Sideways si beve d'un fiato per 2 ore e 4 minuti apprezzandone i morbidi tannini (risvolti introspettivi a pieno fuoco), il gran corpo (dialoghi strepitosi, ritmo serrato) e il retrogusto amarognolo (spleen esistenziale, sogni corrosi dall'età che avanza). Con questo road-movie californiano, Payne si conferma dopo A proposito di Schmidt (con l'assicuratore di provincia Jack Nicholson) a livelli eccezionali. Sideways - recentemente eletto dai critici inglesi miglior film dell'anno - ha ricevuto cinque nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior film. Nonostante la concorrenza per la statuetta più ambita sia agguerrita (The Aviator e Million Dollar Baby partono in pole-position), crediamo che la cerimonia degli Academy Awards il 27 febbraio sarà per Payne & Co. l'occasione per un brindisi speciale. A Pinot o Merlot? Ai sommelier del grande schermo l'etilica sentenza.