Andreas (Nikolaj Coster-Waldau), poliziotto, ha una vita perfetta, almeno all'apparenza: ama il suo lavoro, è felicemente sposato con Anna e ha avuto da poco un bambino. Durante una perquisizione, incontra Tristan, un tossico, incapace di prendersi cura della compagna e del figlio neonato...
C'era una volta Susanne Bier, la regista danese capace, su tutti, di un quasi capolavoro come In un mondo migliore, premio Oscar nel 2011 quale miglior film straniero. Ebbene, quella vetta la Bier non l'ha più toccata: dopo la fuitina romantica in costiera amalfitana di Love is all you need, ecco due flop, Serena e questo Second Chance, che disperde lutto, dolore, coppia e famiglia su uno script lastricato di cattive intenzioni e peggiori esiti drammaturgici, con un lui (Andreas) anodino e una lei zero empatica. Peccato, perché il talento c'era e, speriamo, c'è ancora: dacci ragione, signora Bier, o forse ci eravamo abbagliati? Buona la prossima, noi ci crediamo. Ci crediamo?