Audrey Dana scrive, dirige e interpreta la fiaba comica Qualcosa di troppo. Fiaba perché, proprio come nei racconti favolistici, prologo ed epilogo sono contrassegnati da un evento straordinario (il temporale, in questo caso) che segna le sorti del personaggio protagonista.

Comica perché, attraverso battute e gag strappa-risate, con intelligenza e un ricorso da manuale alla metafora, Dana porta in scena il tema della rivalsa del gentil sesso. In un contesto storico ancora tristemente segnato dal fenomeno del femminicidio (il nostro Paese è drammaticamente in testa alle classifiche) e del maschilismo...

Fresca di divorzio, Jeanne non vuole più sentir parlare di uomini. Ma un bel giorno, la sua vita prende una svolta totalmente inaspettata: a prima vista non sembra essere cambiato nulla in lei... ad eccezione di un piccolo dettaglio! La nostra protagonista farà di tutto per cercare di superare questa situazione a dir poco singolare.

Se il nostro cinema propone con Moglie e Marito di Godano il tema del ribaltamento dei ruoli, dalla Francia giunge un copione che immagina una metamorfosi sessuale - quel "qualcosa di troppo" - nel corpo di una donna afflitta, frustrata e vittima di un marito egoista e donnaiolo. Facendo propria l'idiosincrasia verso  il pregiudizio sessista (il riferimento è alla questione  ‘transgender’), Audrey Dana mette in scena una commedia forte, che punta sulla voglia di rivalsa delle donne e sulla loro conquista di un ruolo di primo piano  nella società. Un film dunque divertente e, ancora oggi, necessario.