L'estate, per i ventenni di oggi, non deve essere una grande stagione. Almeno a giudicare dalle immagini che il cinema restituisce di giovani alle prese con esperienze fondamentali vissute durante la calura estiva. Abbiamo appena palpitato per le avventure di Liberi che Ora o mai più di Lucio Pellegrini ci riporta a un'età che più inquieta non si può. Siamo nel 2001 e anche David, come il Vincenzo raccontato da Tavarelli, si butta a capofitto in un'estate speciale. Allievo modello alla Normale di Pisa, stravolge abitudini e sicurezze per Viola, bella e appassionata donna del leader di un collettivo politico che sembra fuori tempo e invece insegue con grinta ideali sempre giusti e importanti. Tra un'occupazione e un esame perduto, David diviene la guida del gruppo e dimentica scadenze universitarie e promesse ai familiari. La realtà preme e il desiderio di misurarsi con i problemi veri è troppo forte. Quanto fondamentale sia l'esperienza che sta vivendo, David lo scopre però solo quando cerca di raggiungere Genova per il G8, città dove non arriva perché fermato da una pattuglia e scaraventato nel carcere di Bolzaneto. Qui il film cambia registro, lasciandosi alle spalle i toni da commedia e facendosi cronaca drammatica di uno dei fatti più sconcertanti della recente storia italiana. Un cambiamento positivo, che lo sottrae alle paludi del già visto per avvicinarlo a certe recenti opere inglesi di denuncia, realistiche ed emotivamente forti. Quello che sembrava il racconto solare di un momento di vita postadolescenziale, diventa romanzo di formazione duro e spietato, dal quale emerge definitivamente rinnovata la personalità di David, cui presta il volto l'esordiente Jacopo Bonvicini. Attore sensibile che come il protagonista del film si staglia per intensità sui comprimari, pur bravi e convincenti, Edoardo Gabbriellini e Violante Placido.