Riccardo Scamarcio sembra averci preso gusto. Dopo Il testimone invisibile è protagonista a breve giro di posta di un altro thriller.

Stavolta è il vice questore Prencipe, accusato di aver ucciso il giudice Mastropalo (Alessio Boni), suo amico da una vita. Mancano le prove schiaccianti, ma è altrettanto vero che lui è l’ultimo ad averlo visto vivo.

Tratto dal bestseller di Francesco Caringella, il film diretto da Andrea Zaccariello deve molto al montaggio di Massimo Quaglia (La sconosciuta, La miglior offerta, La ragazza nella nebbia, uno che di gialli se ne intende insomma), proprio per questo suo continuo andirivieni tra la vicenda portante (presente) e i vari frammenti dell’esistenza del protagonista.

Il punto è proprio questo, però: qual è stata, qual è, l’esistenza di Francesco Prencipe? Gli amici del cuore (oltre al giudice anche l’avvocato che ora lo difende, Edoardo Pesce), la moglie, la figlia, la giovane amante, un pm (Claudia Gerini) che lo accusa ma che sembra conoscerlo da molto tempo…

 

Come in un puzzle dalle tessere impazzite, i ricordi affiorano, ma quello che torna alla mente, quello che vediamo, è la realtà o una distorsione (in)consapevole della stessa?

Non male, al netto di quale situazione e/o dialogo rivedibili. Ma il meccanismo funziona.