Disperato, erotico, stomp! E' il nuovo film di Kim Ki-duk, Moebius. Indubbiamente una provocazione bella e buona quella messa in atto dal regista sud-coreano, destinata a dividere la critica e fare - appunto - stomp, rumore. Le sensazioni della vigilia non erano buone. Solo un'edizione fa Kim Ki-duk vinceva a Venezia il Leone d'Oro con Pieta e la sua estromissione dal concorso di quest'anno era parsa anche a noi sospetta. Facciamo ammenda, perché Moebius è un film con la maiuscola, certo spiazzante, persino sconcertante, di una radicalità fastidiosa, abbondantemente oltre il buon gusto e, dunque, assolutamente da non perdere.
Partendo dalla crisi in atto all'interno di un nucleo familiare minimo (madre, padre, figlio), Kim Ki-duk porta a macerazione il nocciolo stesso dell'ubi consistam sociale, travolgendone fondamenta e tabù, svelandone la natura arcana, intimamente violenta e maschilista.
Tra un'evirazione e uno stupro di gruppo, onanisti del dolore e desideri d'incesto, il regista coreano ammassa paradossi e sgradevolezze, pare voler giocare sporco a tutti i costi, ma quanto a raccapricci e pornografia abbiamo visto di peggio. Lo shock semmai è psicologico, il disagio culturale. Psicanalisi applicata alla macrostruttura sociale, con varie ed eventuali derive edipiche: l'uomo non è nemmeno ciò che mangia, ma il sesso che ha. Da qui strutture di potere ed equilibri sociali, status quo identitari e fuffa varia.
Si può discutere sull'analisi, come si può dissentire dalla deriva spiritualista (e sulle modalità con cui questa viene preparata), ma Moebius resta un film che non lascia indifferenti.Furioso, nero, liberante, mette le mani nella melma e tocca l'inaudito, presentandocelo come problema. Torbido, malsano - no, sporcaccione no - ha un malessere sincero e un riguardo tutto suo (discutibile anche questo, certo) per lo spettatore: lo diverte.
L'astrazione della messa in scena, la musica solenne, l'assenza di dialoghi e la travolgente ironia fanno salvo lo spettacolo, senza renderlo innocuo. Il che salva il cinema.