Samir è un gruista, introverso e imbranato; quando incontra Agathe, istruttrice di nuoto, se ne innamora, ma per corteggiarla ricorre al sotterfugio di iscriversi alla piscina in cui la ragazza insegna, fingendo di non saper nuotare. Proprio quando le cose con la bella istruttrice sembrano funzionare, però, Samir viene smascherato e Agathe, che odia i bugiardi, coglie l’occasione di un convegno di istruttori e parte per l’Islanda. Samir, suo malgrado, decide di seguirla sin nella remota isola nordica, ma il suo sarà un viaggio pieno di sorprese. Per il suo ultimo film, Sólveig Anspach, venuta a mancare durante il montaggio del film, ha voluto un impianto da commedia romantica tutt’altro, però, che convenzionale. Scandito dai ritmi acquatici e dal fluire scenografico di docce, trampolini e vasche di ogni tipo, tra piscine comunali e geyser islandesi, L’effetto acquatico punta su di un umorismo lieve, a tratti surreale, galleggiando sulla superficie dei sentimenti senza mai andare a fondo quando si tratta di scandagliare recessi esistenziali o contesti sociali che vengono a collidere. Fa sorridere e intenerire senza innescare stravolgimenti, ma forse, per una commedia contemporanea, va bene anche così.