Per una volta, un titolo italiano non fuorvia lo spettatore: rispetto all’originale A Little Chaos (Un po’ di caos), la versione nostrana mette in luce il cuore del secondo film di Alan Rickman, a 17 anni da L’ospite d’inverno. Da una parte la formalità, il protocollo e il rispetto delle norme sociali e di corte, dall’altra la follia nel senso passionale e nel senso sociale del termine. Nel raccontare la storia della costruzione del giardino della reggia di Versailles e del rapporto tra il progettista Le Notre, la giardiniera De Barra e re Luigi XIV, Rickman – su sceneggiatura di Alison Deegan – non si limita solo alla dicotomia tra formalità e trasgressione in chiave di racconto, ma cerca di inserirla anche nella messinscena, provando a far irrompere nell’accademismo britannico del cinema in costume una brezza di imprevisto, toni più sporchi, scelte di regia più bizzarre. Ci riesce solo a metà, appesantendo il ritmo mano a mano e perdendo la rotta verso il finale, superfluamente tragico. Ma sono difetti che si possono sopportare, soprattutto alla luce del brio che qua e là filtra e della prova degli attori, soprattutto delle attrici: una Kate Winslet di alto livello e una sorprendente Helen McRory (Madame Le Notre).