La vera storia di Simon Yates e Joe Simpson, due alpinisti britannici che nel 1985 scalano per primi il versante occidentale della Siula Grande nelle Ande Peruviane. Durante la discesa Joe si frattura una gamba e Simon deve calarlo con una corda. Joe scivola e rimane sospeso nel vuoto: Simon cerca di resistere, ma infine è costretto a tagliare la corda di sicurezza che lo lega al compagno. Simon torna al campo base, convinto della morte dell'amico. Ma Joe non è morto. Kevin Macdonald, premio Oscar nel 2000 con il documentario One day in september, traspone il libro scritto da Simpson per scagionare Yates dalle accuse della comunità alpinistica internazionale. Il regista opta per un dramma-documentario, affiancando alle testimonianze di Simon e Joe la riproduzione finzionale - affidata a due attori e girata in Perù e sulle Alpi - della loro incredibile avventura. La morte sospesa presenta sequenze alpinistiche mozzafiato, ma poco di più. Il film sconta subito lo sfalsamento di piani di realtà tra fiction e documentario e dialoghi letteralmente in debito d'ossigeno. Anche per il pubblico il ritorno al campo-base è liberatorio.