Il Cavaliere di Coppe è, secondo la definizione dei Tarocchi, un uomo gentile, altruista, fantasioso che ha bisogno di stimoli. E' un po’ così Rick, Christian Bale, attore hollywoodiano, che non può fare a meno del successo, della sua magnificenza, e allo stesso tempo è lacerato dalla sua incompiutezza. Ma che cosa c’entrano i Tarocchi con Malick?

Molto, se per raccontare il peregrinare del suo Cavaliere, ha deciso di usare la cartomanzia rinominando i capitoli del film con alcune delle figure più significative degli Arcani Maggiori. Si parte dalla luna, si passa per l’appeso, l’eremita, la papessa, il giudizio e infine si arriva alla libertà. Se la morte era la grande incognita dell'esistenza umana, nel bellissimo Tree of Life, l'amore quello di To the Wonder, nel terzo episodio della trilogia Malick si fa apologo del significato stesso della vita. Tentando di spiegarlo a un riottoso Christian Bale, che procede imperterrito sperimentando le debolezze di questo mondo perduto.

Dalla nascita, il nostro cammino è lastricato di sofferenza, dice un prete a metà della storia. Siamo solo fuochi, piccole luci, mormora il Cavaliere, che attraversa giorni, mesi, anni, feste, città. Mari, piscine, fontane, vasche. L’acqua, come recitano i Tarocchi, è il suo elemento. Paesaggi diversi, per poi tornare sempre alle rocce da cui è partito tutto.

Nel mentre, un fratello che ama e odia, una famiglia scomposta, un padre che gli augura saggezza, quella che lui non ha avuto. E che Rick cerca disperatamente nelle donne, bionde, more, giovani, belle, bellissime. Cate Blanchett, il primo matrimonio, finito. La routine, la monotonia dell’abitudine. Da qualche parte però deve esserci la perla. Sarà Natalie Portman? Il destino è crudele, può fare brutti scherzi, anche se sei un Cavaliere di Coppe. I pezzi del nostro vissuto sono schegge impazzite che non si ricompongono per magia, sussurra carica di presagi la voce del padre.

Intanto danze, salti, giochi con le inquadrature. Il cosmo e la natura: tutti déjà vu. To be continued.