Più di 20 anni dopo, il sogno di John Hammond è diventato realtà: su Isla Nublar il Jurassic World richiama ogni giorno migliaia di visitatori e, ciclicamente, la Masrani Corporation (che ha acquistato la InGen anni prima) cerca di introdurre nuove e più spettacolari “attrazioni”. Dopo qualche anno, il famelico T-Rex, gli indomabili (?) Velociraptor, il maestoso Mosasauro acquatico, gli enormi erbivori e i mansueti Triceratopi sembrano non richiamare più la stessa mole di visitatori: il mondo si è abituato all'esistenza di un parco con dinosauri e il parco attrae sempre meno il pubblico.

Per ravvivarne l'interesse, la responsabile delle operazioni del parco Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) e il genetista capo Henry Wu (BD Wong, unico attore “superstite” di Jurassic Park) decidono di creare un nuovo dinosauro usando tecniche di ingegneria genetica, combinando i DNA di diverse specie: è l’agghiacciante Indominus Rex. Cresciuto in isolamento dopo aver divorato il suo unico fratello, l’Indominus rex, il cui corredo genetico è stato secretato, sta per essere presentato al pubblico. Per poter valutare la creatura e la sicurezza del suo contenimento, Claire chiede aiuto a Owen (Chris Pratt), ex- militare esperto in comportamento animale che da tempo studia un branco di aggressivi Velociraptor, sui quali ha stabilito un rapporto alfa che dà agli animali un equilibrio precario che va dall’obbedienza riluttante alla rivolta predatoria.

L'Indominus Rex di Jurassic World
L'Indominus Rex di Jurassic World
L'Indominus Rex di Jurassic World
Le fauci dell'Indominus Rex

Il gigantesco dinosauro riesce però a fuggire dal suo imponente recinto. La vita di migliaia di persone è in pericolo. Tra queste, anche i due nipotini di Claire, arrivati il giorno stesso per trascorrere una giornata speciale nel parco sotto l’ipotetica supervisione della zia, fino a quel momento troppo presa dal lavoro…

Dimenticate i due sequel (Il mondo perduto e Jurassic Park 3) del prototipo originale: Jurassic World è a tutti gli effetti l’ideale prosecuzione del film diretto da Spielperg nel ’93, tratto dal bestseller omonimo di Michael Crichton: il regista de Lo squalo (che ora è un semplice spuntino per il Mosasauro…) – ancora produttore del franchise – affida la rinascita della sua creatura a Colin Trevorrow (Safety Not Guaranteed), che firma anche lo script insieme a Derek Connolly.

Chris Pratt e Bryce Dallas Howard in Jurassic World
Chris Pratt e Bryce Dallas Howard in Jurassic World
Chris Pratt e Bryce Dallas Howard in Jurassic World
Chris Pratt e Bryce Dallas Howard in Jurassic World

Naturalmente, lo sviluppo della “storia” è semplicemente un pretesto per tentare di riportare in superficie l’enorme fascinazione che, nell’ormai lontano 1993, fece esplodere una vera e propria Dinosauro-Mania. E, come allora, si torna a ragionare sui pericoli derivanti dalla difficoltà, da parte dell’uomo, di poter controllare le sue stesse scoperte, o creazioni. Fino a che punto ci si può spingere nello sfruttamento di ogni singola scoperta scientifica? In tal senso, la riflessione assume nuovi connotati non solo per quanto riguarda il colossale e spettacolare protagonista (l’Indominus Rex), ma anche per quello che riguarda la possibilità di “ammaestrare” creature come i Velociraptor, secondo alcuni (il personaggio di Vincent D'Onofrio) da poter sfruttare addirittura come futura arma bellica.

Indubbiamente spettacolare e – come quasi sempre quando si tratta di prodotti di questo tipo – dall’andamento inverosimile e prevedibile (a crepare e a sopravvivere saranno esattamente coloro su cui avreste scommesso), Jurassic World mantiene comunque quello che promette: e per un film-a-tema (o film-divertimento) è già abbastanza.