La differenza tra Clint Eastwood e gli altri è la capacità di raccontare storie sempre diverse. Secondo la tradizione americana classica, eppure pochi altri ancora lo fanno e così puntualmente e con grande efficacia. Alcuni sono capolavori, ma qui ci si perde nel giudizio soggettivo dello spettatore e o critico. Senz'altro in molti convergono su qualche titolo, Gli spietati, Mystic River, Un mondo perfetto, Million Dollar Baby, e così via: perché ce n'è per tutti. Scorrendo la lista delle oltre trenta opere, si spazia dal thriller di genere (Nel centro del mirino, Debito di sangue) ai western (Il cavaliere pallido, Il texano dagli occhi di ghiaccio), alla guerra (in duplice prospettiva: Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima), al romantico e struggente Ponti di Madison County. E' un bel mistero per Hollywood, soprattutto per chi pensava di averlo ridotto in modo semplicistico a repubblicano, conservatore e reazionario, seguendo la sua carriera di attore, prima macho cavallerizzo con Sergio Leone poi ispettore Callaghan per Don Siegel, diventato timidamente regista con Brivido nella notte. A 80 anni compiuti, dopo aver realizzato Gran Torino, lucido e disincantato spaccato sull'America razzista di oggi, e Invictus, apologo di una riunificazione politica, quella di Nelson Mandela e del martoriato Sudafrica, simbolo di un processo che non è più solo un problema per i paesi del cosiddetto terzo Mondo (impossibile non ravvisare nella figura di Morgan Freeman un leader di cui ha bisogno anche l'America di Obama), con Hereafter, scritto dal bravo Peter Morgan, ha fatto un passo ulteriore. Non è un film sulla morte, è un atto di amore e di speranza. E' un'opera magistrale sul significato della vita e sulla solitudine fatta da un uomo che non ha paura di niente e di nessuno.
Tre storie, ambientate rispettivamente a Parigi, San Francisco e Londra. Tre persone: una giornalista famosa (Cecile de France), un sensitivo perseguitato dal suo dono (Matt Damon) e due gemelli dodicenni (bravissimi Frank e Lloyd) con una madre tossica e alcolizzata. La prima viene travolta e sopravvive allo Tsunami, esperienza che la cambia profondamente, il secondo scappa da una routine in cui i morti sono preponderanti rispetto ai vivi, dei due fratellini ne rimane uno solo. Tutti hanno a che fare con l'elaborazione di uno o più lutti e per caso (più per destino) si ritrovano nello stesso luogo e momento a Londra. Quello che succede è importante per capire la premessa e la sostanza del film. Che si chiude con una delle scene d'amore più belle mai viste al cinema, aggiunta dallo stesso Eastwood al copione originale di Morgan. Le sequenze iniziali dello Tsunami, girate tra le Hawaii e gli studi Pinewood di Londra, sono impressionanti. Efficaci e autentiche come quelle che hanno il giro delle televisioni di tutto il mondo. Gli attori sono magnifici e Matt Damon regge alla perfezione una parte difficilissima, senza mai sbagliare espressione. Ma il cuore di Hereafter è quello del regista: un fiume in piena che travolge lo spettatore.