Ermanno Olmi accoglie l’intervistatore con un ‘dottor Pontiggia’. Ma le (scherzose) formalità finiscono lì. Subito, l’incontro, che anima il documentario di Federico Pontiggia  e Alessandro Bignami (regia) E venne l'uomo - Un dialogo con Ermanno Olmi, entra nel vivo di temi caldi e urgenti. Si comincia con la poesia, terreno vasto e sfuggente, sul quale Olmi ha la possibilità di mettere a punto alcune precisazioni: sfumature che da sempre gli stanno a cuore e  rappresentano l’inizio di quell’ “umanesimo” come tratto distintivo di una modalità espressiva e di un atteggiamento.

Mentre Olmi parla, scorrono le immagini dei film, quei titoli che dagli anni Sessanta hanno segnato un nuovo modo di ‘vedere’ il lento, inesorabile arrivo della rivoluzione industriale, uno sguardo gettato sul timido protagonismo dei personaggi de Il posto e de I fidanzati, che provavano a sostituirsi ai rudi montanari de Il tempo si è fermato.

Ma intanto l’Italia ha seguito il proprio cammino, e la legge del mercato è cresciuta fino a diventare la legge ‘dei mercanti’, spiazzando misura e prudenza. Fino all’oggi, quando dentro la chiesa istituzionale c’è il villaggio di cartone, spoglio  e povero e “Dio è lì”, afferma Olmi, e subito dopo aggiunge “bisogna provare a sconfiggere l’orologio da polso con l’orologio dell’amore”.

Ma il cinema, luogo di magie e di sorprese, reclama giusto spazio. “Il film che vorrei fare si intitola Il paese che cammina, ma richiede tempi e vigore che non credo di avere , se ne occuperà il fido Maurizio Zaccaro. Del resto ho sempre fatto film che riguardavano il mio privato.

Tra i registi di oggi mi sento in sintonia con Alice Rohrwacher e Michelangelo Frammartino e posso dire che il mio cinema ha accolto l’eredità di Piavoli, di Rossellini, ma anche di Fellini, della sua magnifica capacità di essere bugiardo”.

Sulle immagini di trincea della prima guerra mondiale, l’intervista va verso il commiato. Torneranno i prati su quei luoghi che hanno visto tanti sacrifici. Tornerà quel bosco dietro la casa, sarà con noi a lungo ancora Olmi, regista, poeta, uomo.