A pochi anni dall'invenzione del cinema, nel 1911, veniva realizzata contemporaneamente dalla casa di produzione Helios Film di Velletri e dalla Milano Film, una doppia versione dell'Inferno dantesco. Sono state presentate entrambe come Evento alla Mostra e per la prima volta una di seguito all'altra. All'inizio del 1908, lo strumento tecnico del cinema dava segni di stanchezza, stava cercando nuove formule per suscitare interesse. Era, infatti, stigmatizzato come un'arte degenere e corrotta, che certo non poteva competere con le altre. Cercando i motivi per una nobilitazione tanto impellente quanto necessaria, proprio gli artisti e produttori italiani riuscirono intuitivamente a trovarli nella felice simbiosi tra la ricchezza della letteratura e la preziosità figurativa dell'arte. Così, grazie ai progressi tecnologici ed alle capacità narrative della doppia coppia di registi - Giuseppe Berardi e Arturo Busnengo nella campagna velletrana e Adolfo Padovan e Franco Bertolini nel nord Italia -, facevano la loro comparsa i primi, rudimentali effetti speciali (sicuramente di più alta qualità quelli predisposti dalla produzione milanese): Lucifero che dilania il corpo di Giuda, il gigante Anteo, le varie pene dei dannati, diavoli volanti, arpie appollaiati su rami, trasformazioni e fiamme ovunque. E' un viaggio iniziatico ai primordi del cinema: si assisteva alle prime tecniche di montaggio, si percepiva l'attenzione alla recitazione, alla cura per la spazialità dei corpi nell'insieme delle scene, con prospettive innovative in una visione michelangiolesca, ed alla logica del racconto, con l'uso, forse per la prima volta, della tecnica del flash back per gli episodi più famosi e popolari, quelli di Paolo e Francesca, del Conte Ugolino, di Farinata e Pier delle Vigne. Certo suscitano uno stupore assai diverso da quello del secolo scorso le immagini delle bolgie infernali: allora era la meraviglia della nuova arte, oggi quella per due gioielli del passato che ci interrogano ancora sulle potenzialità espressive del cinema quando attingono al nostro grande patrimonio culturale e letterario. Una nota curiosa: i produttori italiani dell'epoca furono i primi ad inserire il cinema in una visione propriamente industriale ed in una logica anche commerciale: tempi di lavorazione e cura nella distribuzione (il film della Helios fu distribuito con grande successo in Francia, Spagna, Gran Bretagna, Ungheria e Stati Uniti, gli autori di quello milanese si misero subito all'opera per una riduzione dell'Odissea) divennero elementi che fecero del cinema non solo uno strumento di puro divertimento e un'arte propriamente liberale, ma un fattore di crescita economica ed un prodotto anche industriale.