Il piscio di giaguaro come Sacro Graal, o un’altra commedia possibile. Cristian e Palletta contro tutti non ha molte pretese, tranne una: mandare a quel paese il politically correct, il buonismo del cinemino nostro de sinistra, e frullare crisi, precarietà, illegalità e vittimismo arcitaliani in una commedia bislacca, s(tra)fatta e gggiovane per davvero. Scrive e dirige Antonio Manzini, autore del caso letterario Rocco Schiavone, interpreta Libero De Rienzo nei panni fancazzisti di Cristian, un ragazzo come tanti che non crede in nulla, famiglia, lavoro e amore, fuorché nella fatidica svolta, la botta di culo che ti sistema per sempre. Dunque, come “svoltare”?

In coppia con l’amico Palletta (Pietro Sermonti), Cristian finisce preda dei boss del quartiere Silvanello e Sergione: la mission impossible è portare una partita di droga in Lichtenstein, nascosta nel doppiofondo di un’auto. Ne verrebbe una svolta, pardon, una commissione da 100mila euro da dividere in due, ma la situazione prenderà una piega stupefacente, di più, micidiale…

Bravi gli attori, con menzione speciale per il travolgente, superdialettale Rocco Ciarmoli; ben riuscito il mix di commedia generazionale, Trainspotting foggiano e nonsense, esageriamo, à la Cinico TV, Cristian e Palletta contro tutti è sicuramente perfettibile, non spicca per particolare originalità, ma sa combinare bene gli ingredienti, vanta ottimi contributi tra cast e crew e, soprattutto, se ne frega del plausibile, il commestibile e il volemose bene. Vi pare poco?